31. Macchina per gli obiettivi di G. Campani di E. Lelli
Bologna, 1752
Ercole Lelli (Bologna 1702-1766)
legno di abete rosso
lunghezza da 720 a 980 cm

Il bolognese Prospero Lambertini, divenuto papa col nome di Benedetto XIV, acquistò a Roma, nel 1747, l'intero laboratorio di Giuseppe Campani dalle figlie che ne avevano proseguito l'attività e lo donò all'Istituto delle Scienze. Gran parte dei cimeli di Campani, che comprendono, fra l'altro, centinaia di forme metalliche per tutte le fasi della lavorazione dei vari tipi di lenti e una dozzina di straordinarie lenti di varia lunghezza focale e firmate dall'autore, è oggi conservata presso il Museo di Fisica dell'Università di Bologna.
In occasione del dono, Ercole Lelli costruì una macchina, per il montaggio degli obiettivi a lunga focale di Campani, che veniva eretta nel cortile allora esistente a sud della torre.
Nei Commentari dell'Istituto delle Scienze (Tomo III, 1755, p. 19) si trova la seguente citazione che ricorda il dono del Papa e descrive la macchina di Lelli: "...Benedictus XIV ad omnes, quaecumque se darent, occasiones intentus, hanc arripuit: elaboratissima vitra, et lentes Campanae pulcherrimas,...,in Institutum invehi jusserat, & dioptricae officinam costituerat. Hic illum non fugit de Specula; duasque ex objectivis Campanae lentibus longe pulcherrimas, & foci distantia insignes, ad eam deferri jussit, quibus astronomi in subtilioribus capessendis observationibus, uti opus esset, uterentur. Egregium sane munus; nam lentes tales numquam antea bononiensis Specula obtinuerat. Quo etiam machinam condidit commodissimam, expeditissimamque, qua telescopia quaeque vel longissima possint dirigi. Longiora tamen quam quae memoratis modo lentibus componuntur, locus non capit. Haec adhuc ad Astronomiam accesserunt."
La macchina di Lelli non è nominata esplicitamente negli inventari, tuttavia in una delle note manoscritte di Eustachio Zanotti all'inventario del 1746 (rivisto dopo il 1757) sono nominati i tubi di legno per l'obiettivo di Campani da 11 piedi, per quello da 22 piedi e per un imprecisato obiettivo da 30 piedi, lunghezza assai simile alla lente di Campani rimastaci da 33 piedi.
Tubi quadrati di legno, tutti di identica fattura, corrispondenti alle specifiche di cui sopra, ed alcuni accessori ad essi relativi, sono stati rintracciati e vengono qui elencati:

Non si sono ritrovati i montaggi per alcuno degli obiettivi maggiori. Rimane il cannello telescopico porta oculari, costituito da tre tubi in cartone colorato con ghiere in legno nero, lunghi, rispettivamente, 41, 42 e 30,5 cm e aventi un diametro di 5,5, 6 e 7 cm [Inv. MdS-133a,b,c].
Si può immaginare che la macchina di Lelli fosse simile a quella raffigurata nella tavola VIII del volume di Francesco Bianchini Hesperi et Phosphori nova Phaenomena sive observationes circa planetam Veneris, edito a Roma nel 1728, anch'essa composta di tubi a sezione quadrata. Sono state in effetti ritrovate alcune carrucole ed un contrappeso che potrebbero aver fatto parte di una macchina del genere.

Nel 1985 è stato ripristinato il montaggio della macchina - utilizzando i tubi realizzati per l'obiettivo di Campani da 22 piedi [scheda 29] - costruendo un nuovo albero di sostegno ed una balestra per evitare la flessione del cannocchiale. E' stato parimenti ricostruito su un sostegno dell'epoca [Inv. MdS-61] il sistema di puntamento e guida a pantografo, utilizzando la descrizione fatta da Christiaan Huygens di una strumentazione analoga (tavola XXXI del primo volume dell'Opera Varia edita da J. Vander nel 1724).

E. Baiada, A. Braccesi (1983), p. 120.
F. Bianchini (1728), tav. VIII.
M.L. Righini Bonelli (1981).