33. Micrometro a fili mobili secondo Marinoni di J. Scherer
Vienna, 1732
Jacob Scherer (a.1732)
ottone
lunghezza 24,5 cm
[Inv. MdS-37]

"Dono del fu Sig. Dott. Eustachio Manfredi / Un Micrometro dai fili mobili con sue viti, e suoi indici, il tutto rinchiuso dentro un Casseta, e tubo d'ottone. Appartiene a questo micrometro un Canochiale di due lenti con tubo di lata ed estremità di ottone lungo circa piedi sei" (inventario del 1746).
Il cannocchiale non si è rintracciato e non era già più identificabile nell'inventario del 1843. Resta invece il micrometro - completo di fili e di vetro oculare - identico a quello rappresentato nella tavola 4 della sez. 6 del volume di Marinoni De Astronomica Specula Domestica (Vienna, Kaliwoda, 1745).
Si tratta, quasi sicuramente, dell'unico esemplare rimasto dei micrometri progettati da Giovanni Giacomo Marinoni di Udine (1676-1755). Matematico Cesareo e quindi direttore dell'Accademia militare di Vienna, eresse nella propria casa viennese un osservatorio astronomico, da lui descritto nell'opera citata. Vi sono esposti nei minimi particolari i vari strumenti, nonché la loro collocazione nell'edificio, così che il lettore puo ricavarne un'idea precisa dell'assetto di una specola settecentesca.
Marinoni mandò in dono ad Eustachio Manfredi un micrometro filare, di sua invenzione, con incassatura di metallo e lenti oculari, fatto appositamente realizzare da J. Scherer nel 1732, come si legge nelle iscrizioni sullo strumento ai lati dell'incassatura dove si trovano le viti di richiamo, tanto dalla parte scorrevole che da quella stabile.
Eustachio Manfredio / Celeb. Astronomo Ital.o / Microm. hoc rec. invent. / Ad usum Bonon. Academ.ae / J.Jac. Marinonius Nob. Utin. / Amico Optimo d.d. // Jac: Scherer f. / Viennae Austr. / in aedib. D. d. Marinoni / an. 1732.

Allo strumento era unita in manoscritto la descrizione e l'uso del medesimo, inoltre, nell'ultima carta del volume IV dei Registri della Specola di Bologna, alla data 4 maggio 1734, si trova la tabella di taratura del micrometro, di mano dello stesso Manfredi: si tratta della relazione, necessaria all'utilizzo di un micrometro, tra un giro della vite micrometrica e la misura angolare.

Il primo micrometro fu realizzato e utilizzato dall'inglese William Gascoigne (c.1620-1644) nel 1639 (Repsold, op. cit., p. 17), ma la sua invenzione fu rivelata solo da Richard Townley, dopo la pubblicazione, avvenuta nel dicembre 1666, di un lettera di Adrien Auzout (1622-1691) sulla tecnica di misura del diametro dei pianeti (Repsold, op. cit., p. 42). Il micrometro venne poi sviluppato da John Bird (1709-1776) e, per la prima volta nel 1745, su richiesta di Bradley, venne applicato ad un quadrante murale di Graham, esistente a Greenwich. Per una ampia ed esaustiva trattazione sullo sviluppo del micrometro si veda il lavoro citato di Randall C. Brooks del 1991.

E. Baiada, A. Braccesi (1983), p. 117.
J.A. Bennett (1987), p. 63.
G. Boffito (1929), p. 129, tav. 81.
R.C. Brooks (1991).
A. Chapman (1990), p. 40.
M. Daumas (1953), p. 69.
G. Miotto, G. Tagliaferri, P. Tucci (1989), p. 97.
J.A. Repsold (1908), pp. 62-64, Figg. 80a e b, 81,82.