46. Telescopio herscheliano di G.B. Amici
Modena, 1813
Giovan Battista Amici (Modena 1786 - Firenze 1863)
legno di noce, ottone, armatura di sostegno in legno
lunghezza del tubo 280 cm, diametro 23 cm
lunghezza focale 266 cm, diametro specchio primario 17
cm [Inv. MdS-9]

Il telescopio è così descritto nell'inventario di Ceschi:

"Telescopio alla herscheliana costruito in Modena dal Professore G.B. Amici dell'anno 1813, composto di un tubo di legno impellicciato di noce lungo piedi 7 (266 cm), in fondo al quale da apposita armatura di ferro è sostenuto uno specchio metallico di pollici 5 e 1/2 (17 cm) di diametro. Dalla parte dell'occulare avvi un piccolo specchio inclinato a 45o. All'esterno del tubo è unito un piccolo cercatore con opportuno movimento per rendere il suo asse ottico parallelo all'asse del telescopio. Questa macchina è sostenuta da un'armatura a carretto scorrevole sopra quattro navoni di metallo, e che può anche rendersi fissa per l'azione di tre viti al suo piede. All'armatura sono uniti opportuni congegni per dare al telescopio qualunque direzione anche a piccoli movimenti.
Il telescopio è fornito di:
Questo tipo di telescopio prende il nome da Friedrich Wilhelm Herschel (Hannover 1738 - Slough 1822), il quale realizzò numerosi telescopi secondo il modello di Newton - specchio principale parabolico metallico, specchio secondario piano inclinato a 45o - fino a dimensioni dell'ordine di un metro e mezzo di diametro dello specchio principale e a lunghezze focali di oltre dodici metri. Con strumenti di questo tipo Herschel scoprì nel 1781 il pianeta Urano.
Il modenese Amici, ottico, astronomo e botanico, fu anche ingegnere, architetto e professore di geometria e algebra. Raggiunse tale fama nella costruzione di strumenti ottici da indurre il duca di Modena, nel 1825, a dispensarlo dall'insegnamento per consentirgli di dedicarsi esclusivamente all'ottica strumentale. Fu chiamato nel 1831 a dirigere l'Osservatorio astronomico e il Museo di Fisica e Storia naturale di Firenze e a tenere la cattedra di Astronomia all'Università di Pisa. Realizzò eccellenti obiettivi acromatici per telescopi e microscopi diottrici, inventò l'obiettivo ad immersione per i microscopi, il prisma a tetto e il prisma dispersivo a visione diretta, che da lui prende il nome. Fu anche un abile commerciante dei suoi prodotti.
Il Diario di laboratorio di Amici comincia dal 1822, quindi il telescopio di Bologna non è segnalato. Agli inizi della sua attività, epoca a cui risale, appunto, il nostro strumento, la sua attenzione era concentrata soprattutto sugli specchi; infatti i telescopi che egli inviò a Milano non erano forniti di armatura di sostegno. Questo fatto lascia adito alla supposizione che la montatura a ghigliottina [Inv. MdS-65] dello strumento bolognese non sia stata realizzata in prima persona da Amici, anche se citata nell'inventario del 1843, sopra riportato.

A. Mandrino, G. Tagliaferri, P. Tucci (1989).