63. Carta nautica di G. Petrucci
Pisa, 1571
Giulio di Cesare Petrucci (a.1571)
pergamena
93 x 62 cm
[Inv. MdS-101]

Come si deduce da un elenco, datato 10 marzo 1744, che descrive alcuni "Mobili levati dal Museo Cospiano e posti nella Camera di Geografia e Nautica nell'Instituto delle Scienze", sia questa carta che l'altra di Banet Panadčs [scheda 64] provengono dalla raccolta del marchese Ferdinando Cospi, donata al Senato bolognese nel 1660 e trasferita verso il 1740 nell'Istituto delle Scienze per ordine di Benedetto XIV (Prospero Lambertini). Restaurata nel 1969, rappresenta l'intero bacino del Mediterraneo. Si estende dal Mar Nero, con la penisola di Crimea, a est, fino alla parte dell'Oceano Atlantico, cui si affacciano Europa ed Africa, ad ovest. Verso nord le coste disegnano la Danimarca ed un tratto della Scandinavia, fino alle Orcadi. A sud la carta termina in Africa con il Rio de S. Giouanni e la catena montuosa dell'Atlante.
Le lingue usate sono italiano e latino e le differenti colorazioni rappresentano diverse caratteristiche geografiche: fiumi in verde, montagne in marrone, rosso, verde e viola, laghi in azzurro e cittą in nero o rosso, secondo l'importanza. Nel Mar Rosso (Mare Rubrum) si nota la cesura che ricorda il passaggio degli ebrei. Molte cittą sono indicate da castelli e bandiere con stemma. Ricche di dettagli le piante prospettiche di Genova, Venezia e Gerusalemme. I regni sono rappresentati dai rispettivi sovrani assisi in trono o dai sultani seduti su ricchi cuscini.
La legenda recita:

Hoc Opus Fecit Julius Cesaris Petrucij Civis Senar
In Civitate Pisar~. Anno Dni M.D.LXXI.

Sul collo della pelle, vicino alla legenda, si notano alcune miniature colorate, di carattere religioso (Cristo in croce, la Madonna, la Maddalena e San Giovanni). Due scale graduate sono presenti sia sul margine settentrionale che sul margine meridionale della carta. Vi si osserva inoltre un foro che serviva a lasciar passare il legaccio, quando la pergamena era arrotolata sul suo cilindro di legno.
Vi sono raffigurate diciassette rose dei venti, di cui una centrale posta tra Sicilia e Sardegna.
La scala č di circa 1:6 300 000.
Una completa e accurata descrizione della carta si trova in Frabetti (1978).

P. Frabetti (1959).
P. Frabetti (1978), p. 81.