55. Globo terrestre di V. Coronelli
Venezia, 1688 (?)
Vincenzo Coronelli (Venezia 1650 - 1718)
gesso ricoperto di carta stampata,
diametro 110 cm
[Inv. MdS-107]

Il globo, donato al museo nel 1992 dalla famiglia Enriques di Bologna, in ricordo di Giovanni Enriques, è stato restaurato presso il laboratorio forlivese di N. Scianna.
Si tratta di uno dei famosi globi da tre piedi e mezzo che resero celebre in tutto il mondo il frate Minorita Conventuale Vincenzo Coronelli, "geografo, calcografo, biografo ed enciclopedista, nonché fondatore dell'Accademia degli Argonauti, Cosmografo della Repubblica Veneta, lettore di geografia all'Università di Venezia e autore di un centinaio di libri e di centinaia di carte geografiche e globi".
Talento precoce, Coronelli scrisse ad appena sedici anni Il calendario perpetuo sacro-profano o Lunario del Frate, mentre i suoi primi globi, dedicati al duca di Parma Ranuccio Farnese, datano intorno al 1680. La fama che aveva acquistato lo fece chiamare dal cardinale César d'Estrées (1628-1714) a Parigi, dove realizzò per Luigi XIV due enormi globi da 3,8 m di diametro, capaci di ospitare al loro interno fino a trenta persone. Il costo dei globi fu di centomila franchi.
Tornato a Venezia vi pubblicò, tra le altre opere, l'Atlante veneto, in 13 tomi e l'Epitome cosmografica, in cui descrive dettagliatamente le tecniche di realizzazione dei globi e i materiali da utilizzare.
Per la realizzazione dei globi, le sfere - terrestre e celeste - venivano divise in fusi incisi su lastre di rame. Questi fusi, miniati e colorati, venivano poi incollati su una sfera cava di cartapesta, ricoperta di uno strato di gesso; finalmente sulla carta veniva passata una vernice protettiva, composta da resine naturali.
Questo globo reca la data del 1688, cioè dei primi esemplari, ma si sa che del globo terrestre vennero prodotte almeno altre due edizioni (riportanti la stessa data), nel 1692-93 e nel 1707, distinguendosi solo per alcune variazioni che si trovano nel cartiglio rappresentante la grande allegoria della Repubblica di Venezia: nel nostro caso non vi sono elementi per fornire una datazione certa.
L'epistola dedicatoria, posta nell'Oceano Pacifico, riporta la consueta dedica al cardinale d'Estrées:

IL GENIO / della Virtù / raccomandò / all'Eternità
il Nome di
CESARE / Cardinale Eminentissimo / D'ESTREES
Duca e Pari di Francia / mentre fece elaborare
Per / LODOVICO / IL MAGNO
Dal P. Coronelli / Due Gran Globi,
L'idea de' quali ha poi epilogata / in questi
Per / L'ACCADEMIA COSMOGRAFICA / DEGLI ARGONAUTI
l'Anno / MDCLXXXVIII / in Venezia.

Gli ovali presenti a lato di questa epistola sono privi dell'effigie e dello stemma del cardinale, assenza riscontrabile anche nell'esemplare del 1688, conservato presso il Museo di Storia della Scienza di Firenze. Manca anche la dedica che solitamente si trova nel grande cartiglio posto al di sotto della Nova Hollanda e che, nella prima edizione del 1688, era rivolta al Doge di Venezia, principe Francesco Morosini.
Ai piedi di questo cartiglio vi è un ovale con l'effigie dello stesso Coronelli, circondato dalla scritta P.V. Coronelli M.C. Cosmogr. Public.. Sopra a questo ovale Coronelli era solito incidere una frase con il suo nome e i suoi titoli: è questa una delle caratteristiche - come si diceva sopra - che rendono possibile la datazione delle varie edizione dei globi coronelliani. Le edizioni del 1692-93 ricordano, infatti, il titolo di Lettore Pubblico ricevuto dalla Serenissima nel 1689, mentre nelle edizioni del 1707 è ricordato il titolo di Generale dell'Ordine dei Minoriti, ricevuto nel 1701.
Altro indizio che ci fa propendere per una attribuzione di questo globo alla prima edizione del 1688 è il fatto che, nelle edizioni successive, sul dorso di uno dei libri che compaiono nel cartiglio, è nominato il già ricordato Atlante veneto, pubblicato nel 1692. Inoltre, le analisi della carta e dell'interno effettuate da N. Scianna durante il restauro suggeriscono l'ipotesi che questo esemplare possa essere uno dei primi globi da tre piedi e mezzo mai realizzati da Coronelli (Bònoli, 1993).

Dalle notizie fornite dalla famiglia Enriques e dall'analisi dei globi presenti nell'opera di Maria Luisa Bonelli e in quella precedente di Matteo Fiorini, non è stato possibile risalire alla provenienza di questo globo né capire se e dove esista il globo celeste compagno.
Per quanto riguarda le notizie sulla vita e sulle opere di Coronelli si rimanda al lavoro di Ermanno Armao del 1944; per i dettagli sui globi coronelliani conservati in Italia, al lavoro di Maria Luisa Bonelli del 1960.

E. Armao (1944).
F. Bonasera (1951).
M.L. Bonelli (1960).
F. Bònoli (1993).
M. Fiorini (1899), pp. 329 e seg.
M. Miniati (1991), pp. 100, 101.
E.L. Stevenson (1921).