"Un piccolo globo sopra piedestallo di legno che rappresenta le macchie di
Venere secondo le osservazioni di Francesco Bianchini fatte in Roma" si
legge nell'inventario di Ceschi del 1843.
Bianchini visse a Roma alle dipendenze del cardinale Ottoboni (poi papa
Alessandro VIII), sovrintendente alle belle arti ed anche segretario della
Congregazione del Calendario, sul quale argomento scrisse Solutio
problematis paschalis ... (1703 Roma, Tipogr. Apost.) e De Kalendario
... (1703 Roma, de' Conti). Tracciò una meridiana nella chiesa romana di
Santa Maria degli Angeli e la descrisse in due memorie contenute in una
edizione postuma nel volume Opuscola varia ... (1754 Roma,
Barbiallini).
Nell'Archivio del Dipartimento di Astronomia di Bologna si conservano alcune
sue lettere a Manfredi concernenti il calendario.
Nella sua opera del 1728 Hesperi et Phosphori nova Phaenomena sive
observationes circa planetam Veneris dà le istruzioni necessarie alla
realizzazione di questo globo di Venere. La superficie del pianeta,
riprodotta in questo libro, è come gli appariva alle osservazioni al
telescopio da 100 palmi (21 metri), costruito appositamente per lui da
Giuseppe Campani (1636-1715).
Il cartiglio, posto nel mare Primum seu Regium Johannis V (Giovanni V di
Portogallo, a cui il libro è dedicato), reca la scritta:
Johanni V
Lusitaniae Algabriae
Regi & C.
Hesperi et Phosphori
Celidographiam
Seu Descriptionem Globi Veneris
Cum Maculis Hoc Biennio Romae
In Eo Planeta Detectis
Tubi Opticis Pal. 100 et 150
D.D.D.
Franciscus Blanchinus
Veronen. S-D-N-PP-Prael DOM
MDCCXXVII
F. Bianchini (1728).