90. Ottante di P. Dollond
Londra, 1787
Peter Dollond (1730-1821)
legno di ebano, ottone, scala di avorio
raggio 44 cm
[Inv. MdS-50]

L'ottante - strumento indispensabile per la determinazione del punto nave in mare - è così chiamato perché il suo settore consiste di un'ottava parte del circolo, cioè di quarantacinque gradi.
L'ottante a riflessione fu introdotto da John Hadley (1682-1744) nel 1731 (op.cit.), anche se il merito va diviso, secondo alcuni, con il colono americano, vetraio e idraulico di Filadelfia, Thomas Godfrey (1704-1749). Costituì, grazie all'adozione degli specchi, una vera e propria innovazione rispetto alla balestriglia e al back-staff (o quadrante di Davis). La novità consistette nel far riflettere l'immagine del Sole da due specchi successivi, prima che giungesse all'occhio dell'osservatore. Questi riesce, così, a vedere contemporaneamente sullo specchio fisso sia l'orizzonte, che l'immagine riflessa due volte del Sole.
Era quindi possibile mantenere all'orizzonte, nonostante i movimenti della nave, un astro che vi fosse stato portato median-te riflessione, eliminando in questo modo le cause dell'imprecisione dei rilevamenti eseguiti in mare, con strumenti come astrolabi nautici o quadranti.
Verso la fine del Settecento l'ottante fu sostituito dal più accurato - e anche più costoso - sestante [scheda 91], ma, proprio per la sua economicità, restò in uso fino agli inizi di questo secolo.
Nella prima metà dell'Ottocento ottanti in ottone sostituirono quelli in ebano e, dopo il 1850, gli strumenti in metallo monopolizzarono il mercato. Sui modelli economici si usavano talora scale in legno di bosso, ma in genere le scale graduate erano incise su avorio e ottone.
Nel segmento circolare periferico dell'ottante di Dollond, la graduazione in novanta parti, ognuna delle quali suddivisa in tre, è eseguita in avorio e ad una estremità della scala è situato un nonio segnato pure in avorio, che serve a suddividere ulteriormente la graduazione in venti parti. Sull'altra estremità è fissato con una vite il grande specchio; due specchi più piccoli, in direzione tra loro ortogonale, sono fissati al lato di uno dei raggi dell'intelaiatura, vicino ai tre vetri colorati di diversa gradazione. Due pinnule metalliche perforate servono da traguardo.
La firma è Dollond, London. Lo strumento è alloggiato in una custodia in legno, sagomata, probabilmente originale.

J.A. Bennett (1987).
F. Farinelli (1979), p. 190.
J. Hadley (1731), p. 145.
G. L'E. Turner (1991), p. 240.