9. Orologio a cicloide di J. Ellicott
Londra, seconda metà XVIII sec.
John Ellicott (1706-1772 Londra)
cassa in legno di mogano, pendolo compensato in acciaio e ottone, quadrante in argento intarsiato e brunito
carica 60 giorni
207 cm, 47 cm, 27 cm
[Inv. MdS-114]

La precisione degli orologi a pendolo dipende essenzialmente dal riuscire a mantenere costante la lunghezza del pendolo, nonostante le variazioni di temperatura. John Ellicott - uno dei migliori costruttori inglesi di orologi del Settecento - tentò di compensare queste fluttuazioni costruendo il braccio del pendolo in acciaio e ottone, con un complicato sistema di leve interne al pendolo stesso, per alzarlo o abbassarlo quando il braccio si espandeva o si contraeva. Nonostante una dettagliata descrizione fosse stata pubblicata dallo stesso Ellicott nelle Philosophical Transactions of the Royal Society (op. cit.), furono pochi gli orologi ad essere costruiti con questo sistema, a causa delle difficoltà di realizzazione e di messa a punto.
Come si legge in una annotazione alla data 15 aprile 1787 in Reg. Sp. Acc. Scienze Bo., vol. XI (Arch. Dip. Astron. Bo.), questo orologio fu installato, in quella data, nella Stanza Meridiana, dove sostituì l'orologio a cicloide di George Graham, acquistato nel 1757 e ora non più ritrovato. Nella stessa nota si legge che l'orologio era stato acquistato dall'Assunteria d'Istituto per 750 lire bolognesi, ma non è riportata la data d'acquisto, né quella di fabbricazione. Ellicott in quella data era già morto, da che si deduce che l'orologio sia stato acquistato usato oppure dall'atelier di Ellicott, se ancora esistente.
Nell'Inventario del 1843 di Ceschi si legge la seguente descrizione: "Orologio a Cicloide costruito da Ellicot Inglese che segna ore minuti, e secondi, con pendolo formato di due aste di diverso metallo, e con lente che nel suo interno porta il meccanismo della correzione. Questo pendolo è custodito in apposita torretta di legno mogano elegantemente ornata, e fornita di chiavature e chiavi. Chiave a volanda per la carica del pendolo che si eseguisce una volta al mese."
Il quadrante, in argento inciso e brunito, riporta quadranti separati per minuti e secondi; una finestrella a forma di mezzaluna permette di leggere le ore in numeri romani, mentre un ulteriore quadrante, in alto, da' l'indicazione della carica.
Restaurato da G. Morigi (Bologna) nel 1979, è stato ricollocato nella Sala meridiana.
Un esemplare uguale all'orologio di Bologna venne acquistato, nel 1765, dall'Harvard College - dove ancora si trova - per 35 sterline e 14 scellini.

E. Baiada, A. Braccesi (1983) pp. 122 e 110, fig. 22a-22b.
J. Ellicott (1753).
D.P. Wheatland (1968) p. 71.