LBT scatta la piu` nitida "foto di famiglia" mai realizzata
dell'ammasso stellare NGC5466

L'ammasso stellare NGC 5466 e` stato fotografato dal Large Binocular Telescope (LBT) in Arizona, con un livello di dettaglio paragonabile a quello del telescopio spaziale. Le riprese sono state effettuate con le Large Binocular Camera (LBC), due apparecchi fotografici da 36 megapixel, ciascuno accoppiato ad uno dei due specchi da oltre 8 metri del LBT. L'immagine permettera` agli scienziati italiani dell'INAF e dell'Universita' di Bologna (che stanno studiando l'ammasso stellare) di comprendere con maggior accuratezza i processi evolutivi delle stelle di massa simile a quella del nostro Sole.


NGC5466 e` un ammasso stellare nella costellazione di Bootes e conta alcune centinaia di migliaia di stelle, quasi tutte di massa inferiore a quella del Sole. Questo sistema si trova nel cosiddetto alone galattico, in un' orbita che lo tiene legato alla Via Lattea ad una distanza di circa 45000 anni-luce dalla Terra. La luce catturata da LBT e` dunque partita dalle stelle di questo ammasso quando l'Homo Sapiens cominciava a popolare l'Europa.

Gli ammassi stellari contengono un'enormita` d'informazioni sul cammino evolutivo delle stelle, ovvero su come le stelle nascono, invecchiano e muoiono. Il processo di invecchiamento delle stelle e` guidato dalla loro massa: stelle di massa piu` piccola invecchiano lentamente e vivono piu` a lungo (decine di miliardi di anni), mentre stelle molto massiccie vivono pochissimo (milioni di anni).

"Le stelle che osserviamo in questo ammasso sono state generate all'epoca della formazione della nostra Galassia, quando l'universo era appena nato e si stavano formando le prime strutture cosmiche. Gli ammassi stellari come NGC5466 sono dunque veri e propri reperti fossili di quell'epoca remota e gli astronomi che li studiano possono essere considerati come degli archeologi a caccia di fossili che possano testimoniare com'era l'universo 13 miliardi di anni fa. Quasi tutte le stelle che vediamo nell'immagine di LBT sono leggermente (circa il 20%) meno massicce del nostro Sole, ma si sono formate all'incirca 9 miliardi di anni prima (il Sole ha un'eta` di appena 4.5 miliardi di anni)" afferma Francesco Ferraro, Professore di Astrofisica Stellare del Dipartimento di Astronomia dell'Universita` di Bologna (UNIBO) e responsabile del progetto di studio dell'ammasso stellare NGC5466.

L'immagine di NGC 5466 e`stata ottenuta combinando le riprese delle due camere LBC "Rossa" e "Blu" - strumenti che possono essere pensati come potentissime macchine fotografiche digitali da 36 Megapixel ciascuna. La camera rossa e` sensibile alla luce emessa da stelle "fredde" mentre la blu e' piu` efficiente nel catturare la luce prodotta da stelle calde. Le "istantanee" digitali, ottenute da ciascuno dei due strumenti, sono state combinate grazie a software appositamente realizzati presso lo LBC Survey Center dell'INAF-Osservatorio Astronomico di Monte Porzio, che si occupa della raccolta, analisi e archiviazione delle immagini prodotte dal Large Binocular Telescope.

"E' proprio la combinazione di colore e luminosita` che ci consente di studiare il processo di invecchiamento di queste stelle." aggiunge il Dott. Giacomo Beccari del Dipartimento di Astronomia dell'UNIBO. "Le stelle brillanti che nell'immagine appaiono piu` rosse (le cosiddette "giganti rosse") sono le piu` fredde (circa 3000 gradi superficiali) e sono centinaia di volte piu` luminose del nostro Sole. Queste stelle si sono gonfiate a causa del processo di invecchiamento. Anche il nostro Sole, tra circa 5 miliardi di anni, diventera` una gigante rossa e si gonfiera` a tal punto da inglobare addirittura la Terra! Le stelle che nell'immagine appaiono piu` blu raggiungono anche i 10000 gradi superficiali e rappresentano lo stadio evolutivo successivo, uno dei ultimi prima che le stelle di questa massa si vadano spegnendo lentamente"

"L'analisi dell'immagine LBT ci permettera` di studiare con un livello di accuratezza mai raggiunto prima con telescopi sulla Terra il processo d'invecchiamento delle stelle di piccola massa. In un certo senso, in quelle stelle e` scritto il futuro del Sole (e anche del suo pianeta Terra)" aggiunge Ferraro.


Luminosita' ed indice di colore per le stelle identificate nell'immagine LBT di NGC5466. Grazie alla particolare nitidezza dell'immagine ottenuta con LBT, e` stato possibile misurare oltre 16000 stelle con Luminosita` comprese tra pochi centesimi e alcune centinaia di Luminosita` solari.

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La densita` stellare di NGC5466 e` piuttosto bassa e questo ammasso e` dunque considerato un ambiente relativamente tranquillo, dove le collisioni stellari non sono molto frequenti. Tuttavia anche in questo sistema osserviamo oggetti peculiari che si devono essere formati a seguito di interazioni gravitazionali e scontri tra due o piu` stelle.

"Lo studio di un sistema come questo ci consente anche una sorta di esperimento "sociologico", per cercare risposte a domande come: In che modo cambia la vita delle stelle quando queste sono costrette a vivere l'una vicino all'altra? Che tipo di oggetti puo` essere generato dalle collisioni stellari? Come si modificano la struttura e l'evoluzione dell'ammasso stellare a seguito delle reiterate e variegate collisioni stellari che si verificano all'interno di esso?" aggiunge la Dott Barbara Lanzoni del Dipartimento di Astronomia dell'UNIBO.

Osservazioni astronomiche effettuate su aree di cielo centrate su NGC5466, ma molto piu` estese dell'ammasso stesso, hanno recentemente mostrato che questo sistema stellare sta anche lasciando una scia di stelle lungo la propria orbita, probabilmente a causa dell'interazione gravitazionale con la nostra Galassia: e` dunque possibile che in tempi remoti questo ammasso contenesse molte piu` stelle di quante ne vediamo ora e che l'interazione con il disco della nostra Galassia lo stia lentamente distruggendo.

"Queste sono state le motivazioni che ci hanno spinto a rivolgere gli occhi di LBT verso questo ammasso stellare e la risposta a molte domande e` racchiusa in queste immagini" conclude Ferraro dell'UNIBO.


LBT e` collocato su Mount Graham, in Arizona, ed e` stato costruito da un Consorzio fra USA, Italia e Germania, con un costo di 120 milioni di dollari. E` uno dei telescopi tecnologicamente piu` evoluti mai pensati e costruiti, il maggiore binoculare esistente al mondo. LBT utilizza due specchi di 8.4 metri di diametro accoppiati sopra un'unica montatura metallica, del peso di oltre 900 tonnellate. Anch'essa un gioiello della meccanica italiana, costruita dalla Ansaldo Camozzi. "Veder muovere questo gigante di metallo con la leggerezza di una farfalla e` davvero un'esperienza indimenticabile" aggiunge Beccari, che si e` recato piu` volte ad osservare con LBT. Tra breve, quando LBT iniziera` ad essere utilizzato in modalita` interferometrica, la sua capacita` di distinguere i particolari degli oggetti celesti sara` equivalente a quella di un telescopio di ben 22.8 metri di diametro.



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Francesco Ferraro tel +39 051 2095774/ 338 8941576

Last Update : 28 May 2008