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Se
si assume che il Principio di Equivalenza è vero, allora si può
dedurre che la gravità opera una distorsione sia spaziale che temporale.
Quest’ultima è più semplice da ricavare, ed in effetti fu
la prima di cui Einstein si accorse.
Consideriamo la cabina di un ascensore posta in una regione priva di un’apprezzabile forza di gravità, e supponiamo che sia trascinata verso "l’alto", ovvero in direzione del soffitto, con accelerazione uniforme g tramite un missile. Un dispositivo temporale posizionato sul soffitto invia un impulso luminoso al secondo verso il pavimento. Un osservatore posto sul pavimento riceve questi impulsi, ma nota che si susseguono ad intervalli minori di un secondo; questo accade perché il pavimento si muove verso questi impulsi intercettandoli un poco prima. Pertanto all’osservatore sul pavimento l’orologio posto sul soffitto apparirà procedere un poco più in fretta. D’altra parte questo osservatore non ha modo di guardare fuori della cabina, e ritiene che la pressione da lui esercitata sul pavimento sia dovuta ad un campo gravitazionale esterno, ed attribuirà a quest’ultimo l’accelerazione dell’orologio sul soffitto. Per il Principio di Equivalenza, allora, anche un campo di gravità reale deve influenzare lo scorrere del tempo allo stesso modo. Deduciamo
ora quantitativamente la distorsione dello scorrere del tempo nell’assunzione
che le velocità v raggiunte dalla cabina siano molto
minori della velocità della luce c.
dove
h è l’altezza della cabina.
Supponiamo
ora che dal soffitto partano due impulsi luminosi: il primo è emesso
al tempo t=0 e ricevuto al tempo t1,
mentre il secondo è emesso al tempo t=
La
seconda di queste equazioni si può semplificare assumendo che gli
intervalli
![]() ![]() ![]() ![]() In definitiva si ottiene
Operando
una sottrazione tra queste due equazioni si ricava
Ora,
ricordando che v = gt , l’equazione (2a) può essere
riscritta come
ovvero, avendo assunto v / c <<1 , Quest’ultimo passaggio è stato ottenuto dalla seguente catena di uguaglianze: Se Dopo aver sostituito questa espressione di t1 nell’equazione (3), si ottiene Finalmente, trascurando una volta ancora il termine 0.5 v/c <<1, si ottiene l’espressione finale In
assenza di accelerazione i due intervalli di tempo sono uguali; l’accelerazione,
invece, produce un rallentamento dell’orologio sul pavimento rispetto a
quello sul soffitto.
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