SITUAZIONE LEGISLATIVA

 

                Per parificare i dipendenti pubblici a quelli privati (per i quali la legge prevede che le spese sanitarie durante missioni di lavoro in paesi non convenzionati vengano anticipate dal proprio datore di lavoro, poi rimborsato dal Ministero della Sanita`) l'Ambasciata Italiana a Washington ha provveduto a stipulare una convenzione con la Compagnia statunitense Blue Cross/Blue Shield (Polizza n.850000046).  Dal momento che per periodi all'estero inferiori ai 3 mesi sono rimborsabili solo le cure d'urgenza (come il dentista, ad esempio), e` utile informarsi in anticipo su quali sono definibili come tali (un ricercatore dell'Osservatorio ad esempio ha avuto prima la gamba ingessata, ovviamente accettata come urgente.  Poi ha avuto la malaugurata idea di farsi togliere l'ingessatura prima di salire sull'aereo per il ritorno, senza sapere che questo NON era considerato d'urgenza, e con le tariffe in vigore negli USA  e` tornato in Italia alleggerito non del solo gesso).  Inoltre, sempre per periodi inferiori ai 3 mesi, non e` possibile far avere assistenza sanitaria all'estero anche ad eventuali propri congiunti al seguito (vi sono stati abusi), che dovranno quindi ricorrere ad assicurazioni private, a richiesta fornite anche dalla stessa agenzia di viaggio.   Nel caso di soggiorni dell'interessato superiori ai 3 mesi ma con il coniuge o convivente che lo raggiunge solo per periodi brevi, il dipendente dovra` fare richiesta (anche per telefono) al consolato prima dell'arrivo di averlo messo a proprio carico per tale periodo, durante il quale potra` usufruire della assistenza di tipo indiretto e per le sole cure d'urgenza.  Infine, l'assistenza sanitaria da parte dello stato italiano non e` in alcun modo disponibile per coloro i quali vanno li` stipendiati da enti USA e quindi con visto J.  Per questi ultimi e` obbligatorio, secondo recenti leggi locali, provvedere, generalmente tramite l'ente invitante, ad una assicurazione avente rigide caratteristiche, definite con precisione dal governo statunitense sia nelle caratteristiche della ditta che nelle prestazioni offerte. Queste ultime concernono anche aspetti che esulano dall’assistenza sanitaria, come le eventuali spese di rimpatrio della salma.  Qualora si verificasse tuttavia una situazione ibrida, come la necessita` di un visto J pur ricevendo da parte statunitense ad esempio solo un parziale rimborso spese, mentre il vero stipendio continua ad essere erogato da parte italiana, e` prevista dal Ministero anche la possibilita` di essere autorizzati a fruire della Blue Shield sia a livello solo integrativo di una statunitense (ma dovendo fornire le caratteristiche complete di questa ultima, per stabilire la parte restante, diventa un iter lungo, complicato e non conveniente) che integralmente (n.b.: da parte italiana si provvede solo all’aspetto sanitario, ma e` in questo di gran lunga superiore alle assicurazioni USA previste, non avendo limiti di spesa, purche` giustificati) essendo stato accettato da parte del governo USA e dalle assicurazioni locali di fornire copertura solo per gli aspetti residui (ed a costo quindi ridotto).  Nessuna assicurazione e` invece richiesta da parte del governo USA per un semplice visto B (viene solo richiesto all’arrivo di completare un “Non-employee Volunteer Form”, che copre esclusivamente eventuali incidenti sul posto di lavoro).