Biblioteca del Dipartimento
di Astronomia
Università di Bologna
![]() Tavola della luna. |
2. MANFREDI, Eustachio Ephemerides motuum coelestium ex Anno MDCCXV in Annum MDCCXXV e Cassinianis tabulis ad meridianum Bononiae supputatae ad usum Bononiensis Scientiarum Instituti. Bononiae, typis Constantini Pisarii, 1715. [16], 180 p., 1 tav., 4º. Colloc. XI.9.22 |
Il primo direttore della Specola fu Eustachio Manfredi (1674-1739), già enfant prodige che a soli sedici anni aveva fondato un'accademia scientifica, l'Accademia degli Inquieti. Manfredi, docente di matematica all'Università di Bologna ed esperto di questioni idrauliche, nonché poeta di fama, iniziò la serie delle Effemeridi Bolognesi, che furono pubblicate dal 1715 al 1844. Effemeride è parola di origine greca che significa diario; infatti si tratta di una serie di tavole contenenti le coordinate delle stelle e dei corpi celesti ad intervalli equidistanti tra loro, tipicamente di giorno in giorno, proprio come in un diario.
![]() Tabella di osservazioni relative alla stella Sirio effettuate alla Specola di Bologna. |
3. MANFREDI, Eustachio De annuis inerrantium stellarum aberrationibus. Bononiae, typis Constantini Pisarri, 1729. [4], 80 p., 6 tavv., 4º. Colloc. DCC-4º-58 |
È l'opera che raccoglie i risultati delle osservazioni manfrediane della posizione di stelle brillanti, rispetto all'eclittica, effettuate per seguire le variazioni della declinazione delle stelle. Manfredi non giunse a spiegare il fenomeno in questo libro, che fu pubblicato contemporaneamente all'articolo di James Bradley (1692-1762) intitolato Account of a new discovered motion of the fixed stars. Bradley in tale lavoro spiegò giustamente l'aberrazione delle stelle fisse come dovuta alla combinazione della velocità della luce con il moto terrestre di rivoluzione intorno al Sole. Quindi resta a Manfredi il merito di avere descritto il fenomeno e di averlo esattamente misurato con le sue osservazioni. Successivamente fu Manfredi a pubblicare, nei Commentari dell'Istituto delle Scienze di Bologna, la prima conferma - basata su dati osservativi - dell'ipotesi del Bradley.
![]() Sonetto d'argomento amoroso pastorale. |
4. MANFREDI, Eustachio Rime di Eustachio Manfredi con un ristretto della sua vita ed alcune sue prose. In Bologna, dalla Tipografia Sassi, 1818. XVI, 264 p., 8º. Colloc. DCCC-4º-70 |
Le Rime di Eustachio Manfredi furono più volte ristampate,
corredate dal
ritratto dell'autore, il quale affiancò all'attività scientifica
una fiorente
attività letteraria: fu infatti elegante poeta arcadico, apprezzato da
Carducci
e ricordato, sia pure con qualche critica, da Leopardi nel suo Zibaldone.
Manfredi compose versi in occasione di monacazioni di giovinette della
nobiltà
bolognese, quali Giulia Vandi e Geronima Orsi, ecloghe per l'elezione al papato
di Clemente XI Albani, un'orazione in lode di San Petronio ed alcuni drammi
pastorali.
Conoscere anche questa produzione aiuta a comprendere la sfaccettata
personalità
culturale di Manfredi, che come molti studiosi del Settecento - il secolo della
Enciclopédie di Diderot e D'Alembert - fu al tempo stesso uomo
di scienza e uomo di lettere.