Biblioteca del Dipartimento
di Astronomia
Università di Bologna
Nel Seicento e nel Settecento i matematici e gli astronomi coltivavano anche
lo studio dell'idraulica e venivano sovente interpellati in materia
d'acque,
cioè venivano chiamati a risolvere le controversie che si creavano
quando il
taglio di un argine o la deviazione del corso di un fiume salvavano una
campagna, ma ne inondavano un'altra sul lato opposto.
La progettazione di argini, chiuse e ripari richiedeva calcoli matematici e
conoscenza delle leggi della fisica che solo un buon ingegnere idraulico
deteneva: ecco quindi che nella biblioteca del Dipartimento di Astronomia
compaiono testi
relativi alla misurazione delle acque e ad altri problemi idraulici.
![]() Schema della portata e del defluire dell'acqua tramite 25 sifoni. |
13. CASTELLI, Benedetto Della misura dell'acque correnti. In Bologna, per gli HH. del Dozza, 1660. [16], 184 p., ill., 4º. Colloc. DC-4º-83 |
Allievo di Galilei, il Castelli (1577-1644) ne applicò il metodo sperimentale in campo idraulico. Questo libro nasce dall'incarico di papa Urbano VIII di studiare le cause e i rimedi per le frequenti piene di fiumi, che causavano ingenti danni nelle campagne dello stato romano. Qui Castelli enuncia la legge relativa alla portata di un fiume regolare, che si conserva la stessa in ogni sezione, ed equivale al prodotto della velocità per l'area della sezione stessa.
Questo libro è opera di Guglielmini (1655-1710), docente di Idraulica presso l'Ateneo bolognese e sovrintendente alle acque emiliane, noto anche per i suoi studi sulle comete. Eustachio Manfredi, che pure fu esperto idraulico, curò la seconda edizione - postuma - dell'opera di Guglielmini, arricchita con le proprie annotazioni.