Ex libris stellarum 1. Ex libris astronomici


Tradizionalmente i libri astronomici, forse per la ricchezza del loro apparato iconografico, suscitano nel lettore il desiderio di possesso. Nell'Enciclopédie di Diderot e D'Alembert il lemma bibliomania è proprio illustrato attraverso la passione di un astrofilo, così geloso dei propri volumi da non volerli mostrare nemmeno ad Halley.
Si espongono qui ex libris che illustrano il nesso tra astronomia e libri, sia all'interno di biblioteche astronomiche che di
raccolte private.

1.1
Alfredo Baruffi (Italia), noto anche come Barfredo, disegno per Antonio Silvani.


Nel riquadro centrale è raffigurata la Torre della Specola, su Palazzo Poggi, sede del Dipartimento di Astronomia di Bologna. Ai lati, due strumenti: la sfera armillare e la clessidra. Il motto pessimistico ricorda che è proprio nel momento del giubilo che l'uomo è soggetto a cadere.

1.2
Tadeusz Przypkowski (Polonia), xilografia per la Biblioteca Copernicana di Frombork, 1948.



Frombork è la cittadina polacca in cui a lungo soggiornò e dove, nel 1543, morì Niccolò Copernico, che la definì nei suoi scritti un remoto angolo della terra .

1.3
Un ex libris atipico, fotografico, tuttora in uso presso la Biblioteca del Dipartimento di Astronomia dell'Universita' di Bologna.

Il motto, scelto dal prof. Guido Horn d'Arturo (1879-1967), appartenne alla brigata di alpini da lui comandata durante la I Guerra Mondiale. La foto raffigura la Torre della Specola di Bologna.

1.4
E.G.D. (Stati Uniti), disegno per Hobart Van Zandt Bosworth, 1900 circa.


Il verso è tratto dalla Tempesta di Shakespeare (Atto I, 2): la figura di mago "bianco" di Prospero, che qui si rivolge alla figlia Miranda, ricorre nell'immaginario astronomico come esempio di armonia e di erudizione.
Il motto sullo stemma è tratto da Sallustio Crispo (Bellum Catil., 20)

1.5
Artista non identificato, xilografia per Francesco Carbonara, 1950 circa.

1.6
Li Ya-Seing (Cina), xilografia, 1991 (?).

[]
L'anno della scimmia è stato il 1992, secondo il calendario lunare cinese. Esso risale al 2600 a.C., quando l'imperatore Huang Ti introdusse la suddivisione in cicli di 60 anni, ripartiti in ulteriori 5 cicli di 12 anni ciascuno: ognuno dei dodici anni prende nome da un animale.




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