Il fondo di Eustachio Manfredi

Un documento conservato nell'Archivio di Stato di Bologna (Assunteria Ist. Diversorum 11) ha permesso di riconoscere e ricostruire la libreria di Eustachio Manfredi, che consta di un'ottantina di volumi quasi tutti ancora presenti nella biblioteca del Dipartimento di Astronomia dell'Universita' di Bologna; si tratta, e' doveroso aggiungere, della sua biblioteca scientifica o, per meglio dire, di quella astronomica giacche', vista la molteplicita' di interessi del personaggio, che fu un celebre poeta arcadico petrarchista ed esperto di idraulica chiamato a ricoprire la delicatissima magistratura delle acque, certamente doveva possedere anche una raccolta di opere letterarie ed idrauliche che, pero', non ebbero la ventura di essere acquistate dagli amministratori della Specola bolognese come invece accadde alle opere astronomiche, riconosciute di notevole interesse ed utilita' per l'Osservatorio. Forse nella libreria c'e' un autore che puo' far intuire un barlume della sintesi, se sintesi c'e' stata, tra attivita' letteraria ed attivita' scientifica del Manfredi: si pensi al volume delle opere astronomiche di Giovanni Pontano, che certo fu piu' affermato come poeta, i cui versi ritroviamo anche nell'antiporta di una delle opere esposte, le Effemeridi del Malvasia, che mostra una fanciulla intenta ad osservare Giove, attorniato dai suoi satelliti, mentre dipinge lo stemma di una casata che rivendica pontanianamente ab Iove principiu".

I libri appartenuti al Manfredi possono in larga misura essere ascritti a tre categorie: trattati generali di astronomia, dall'Almagesto di Tolomeo a quello del Riccioli ed all'opera del Gregory; studi sul calendario, quali le opere sulla riforma gregoriana del calendario del Clavio e del Meliton, o quelle sulla data della Pasqua del Bettazzi e del Bianchini; effemeridi infine, presenti in gran numero, sia di ambito padano (Malvasia, Mezzavacca, Ghisilieri, Montanari) che quelle di Keplero, Hecker, Desplaces. Non inseribili in queste tre tipologie sono i volumi che trattano di comete, in particolare della notevolissima cometa apparsa nel dicembre 1680, nonche' di altre problematiche astronomiche, accanto all'atlante del Bayer ed alla strumentazione di Tycho: una panoramica insomma sui temi e sugli autori che la tradizione imponeva e che l'evoluzione della disciplina proponeva.

Non tutto il fondo si trova esposto in mostra, vuoi per le precarie condizioni di conservazione di alcuni volumi, che abbisognano di un doveroso restauro, vuoi per l'irreperibilita' di alcuni, fortunatamente pochissimi, titoli: tra le assenze piu' illustri si lamentano quella del Nuncius galileiano, preda di uno sciagurato furto in epoca recente, ed il bel volume sulla meridiana di San Petronio del Cassini (autore tanto del libro quanto dello strumento). Questa opera, gia' vista nella mostra Alma mater libroru e richiamata in questa sede dal volume manfrediano De gnomone meridiano bononiensi, esposto a cura della Biblioteca Universitaria, e' presente tuttora nella biblioteca del Dipartimento di Astronomia, pero' mutilo della grande tavola che raffigura la meridiana nella basilica cittadina. Una successiva ricerca ha permesso di rintracciare la tavola di una capsula dell'archivio dipartimentale, che raccoglie la documentazione relativa alla storia della Specola fin dalla sua progettazione, nel tardo '600; la tavola staccata dal volume si trova accanto ad altre carte e disegni relativi alla meridiana, ma non e' stato possibile stabilire se l'ablazione sia recente o risalga magari al secolo scorso, o addirittura al tempo del Manfredi: i diversi aspetti filologici implicati, il rispetto dell'integrita' archivistica e la ricomposizione dell'integrita' libraria, rendono difficile la scelta sulla destinazione da attribuire alla tavola.

Troviamo nell'ultima parte della mostra una selezione di opere manfrediane, tra le quali emergono i volumi delle sue effemeridi, quelle Effemeridi bolognesi che costituirono una serie poi continuata per oltre un secolo dagli astronomi succedutisi nella Specola cittadina; accanto si trovano opere quali ilDe annuis inerrantium stellarum aberrationibus, pubblicato nel 1729, che raccoglie gli studi del Manfredi sulle parallassi e di cui l'archivio del Dipartimento possiede la redazione manoscritta (oltre a quelle delle Effemeridi), le Istituzioni astronomiche pubblicate postume alcune osservazioni eseguite dalla Specola. Una felice continuita' muove dall'archivio alla biblioteca ed al museo del Dipartimento di Astronomia, dove la strumentazione manfrediana fa bella mostra di se' nei medesimi locali in cui era stata installata duecentocinquant'anni fa: e come da Eustachio prese le mosse l'astronomia nella Specola bolognese, cosi' dalla sua libreria germino' la biblioteca attuale del Dipartimento.

La tirannia dello spazio ha impedito di esporre le decine di interventi su occultazioni, comete, eclissi che Eustachio pubblico' nei Commentarii dell'Accademia delle Scienze di Bologna, della quale fu iniziatore e socio attivissimo. Vanno infine segnalate, tra i volumi della libreria dello scienziato, almeno due opere di altro autore, ovvero quella del Bettazzi e le osservazioni astronomiche del Bianchini, che furono pubblicate con il contributo scientifico del Manfredi, il quale curo' anche la pubblicazione postuma dell'opera dell'amico Stancari, gesto che aggiunge un tratto simpaticamente umano alla sua figura.

Se il catalogo della libreria di Eustachio Manfredi puo' essere sufficiente al ricercatore per risalire all'humus culturale che nutri' l'astronomo, allo storico occorrera' pure un approccio diretto con i singoli esemplari, ed ecco quindi che si impone un intervento di restauro sulle legature staccate e sulle carte infeltrite e scurite, talvolta lacunose, al fine di ripristinarne si' l'aspetto originario, ma anche la fruibilita'. La visione diretta dei volumi consente di verificare le note di possesso (accanto a quelle di Eustachio anche quelle del suo collaboratore, il Nadi); le dediche degli autori che accompagnano il libro in dono, come quella di Sturm; le chiose manoscritte a margine, che un esame attento della grafia e del contenuto puo' consentire di attribuire al Manfredi o agli astronomi che negli anni successivi maneggiarono i libri: elementi tutti che concorrono a rendere ogni volume un pezzo unico e storicamente significativo.

La libreria del Manfredi, cosi' assortita quanto a provenienza editoriale e datazione dei volumi, consente un rapido sguardo, se non proprio una visione d'insieme, sull'iconografia astronomica di circa due secoli attraverso le incisioni su rame, presenti in particolar modo negli atlanti ma anche nei trattati e nelle effemeridi cinque-settecenteschi che compongono il fondo. Privilegiata condizione, quella dell'illustrazione astronomica la quale, accanto alla dimensione decorativa tradizionale, condivisa con ogni altra produzione editoriale, sia essa letteraria o scientifica, schiera anche una funzione strumentale al testo che, in taluni casi, costituisce essa stessa il testo.

Il ruolo decorativo riguarda in genere antiporte e frontespizi, investendo quindi fisicamente le parti preliminari del libro o, tutt'al piu', si tratta di incisioni poste all'inizio di ogni capitolo che, comunque, non hanno rapporto stretto con il testo; sono ritratti, sovente un po' agiografici, dell'autore effigiato a mezzo busto entro una cornice ovale o rettangolare, oppure delle personalita' carismatiche, dei padri della disciplina quali Aristotele, Tolomeo ed il piu' recente Copernico. Talvolta invece l'illustrazione ornamentale ha soggetto allegorico, cui la disciplina e' incline grazie alla sua antichissima tradizione di stilizzazione ed astrazione allegorica, dalla categorizzazione mitologica in cui si inserisce come Urania alla collocazione nel quadrivio.

L'astronomia e' raffigurata come una giovane donna di composta bellezza, accompagnata da attributi con valenze simboliche, quali gli orologi che alludono all'idea del tempo (si pensi al noto epiteto di Urania, "custode del tempo"); sintetiche, quali le sfere armillari che sintetizzano la visione cosmologica propria di un'epoca; da elementi caratterizzanti la disciplina fungono propriamente i singoli strumenti, quali compassi, astrolabi, telescopi.

Si noti che solo raramente la figura femminile che rappresenta l'astronomia osserva al telescopio, strumento non ancora assurto ai fasti iconografici della tradizione e pertanto collocato in genere in zone secondarie dell'illustrazione, usato da altri personaggi della scena.

La funzione strumentale dell'iconografia astronomica si esplica per mezzo di disegni geometrici, talvolta costituiti da piu' dischi cartacei concentrici sovrapposti che ruotano su un perno comune, esempio non frequente di tridimensionalita' del libro per adulti, ed anche per mezzo di disegni figurativi, che ritraggono sia strumenti che aggregazioni di stelle. Le illustrazioni a carattere strumentale sono intercalate al testo o poste in tavole ripiegate, in fondo al volume, numerate con riferimento alle pagine del libro stesso: la loro funzione e' quindi complementare al testo, ed esistono solo in funzione di esso, a differenza dell'autonomia di quelle decorative. Vita indipendente, pero', vive una particolare tipologia di disegni scientifici, ovvero quelle rappresentazioni a carattere figurativo delle costellazioni che costituiscono gli atlanti e che talvolta non sono accompagnate da testi in quanto sono esse stesse il contenuto del libro: a questo proposito occorre ricordare il passaggio dalla notazione mitologica di riferimento (p. es. stella in pede Serpentarii) alla piu' precisa individuazione per mezzo delle lettere greche, introdotte dal Bayer nella Uranometria, che evolvera' poi con Flamsteed nell'uso di una numerazione, riferita ad un ordinamento in base all'ascensione retta. L'esigenza e la conseguente adozione di sistemi notazionali sempre piu' precisi ed univoci segno' anche la fine dell'istanza artistica, scientifica, autonoma che aveva motivato l'illustrazione figurativa negli atlanti, facendola di nuovo confluire nell'ambito decorativo.

Nelle pagine che seguono e' riportato il catalogo dei volumi presenti in mostra, ordinato alfabeticamente per autore; le ragioni di questa scelta, che non rispecchia la logica espositiva prevalentemente soggettivistica, la' dove l'angustia dello spazio ha consentito di allestire una vetrina di effemeridi, una di studi sul calendario, una di trattati sulle comete, risiedono in una maggior facilita' di consultazione e, soprattutto, nella provenienza dei libri.

Infatti si e' voluta esibire quasi per intero la libreria scientifica personale di Eustachio e, come sua ideale continuazione, una scelta delle opere piu' significative da lui scritte: quindi trattandosi di una libreria, di una biblioteca, come tale la si e' presentata, ordinata catalograficamente.

E se il suggerirsi delle schede e del relativo breve commento rischia, per la natura necessariamente compilativa ed enumerativa del prodotto catalografico, di scivolare talvolta nella banalita', la speranza di chi scrive e' pero' che il catalogo possa fungere da bibliografia di partenza per studi specialistici, che valorizzino questo piccolo fondo aiutando ad inquadrare la figura di Eustachio Manfredi come "astronomo in biblioteca". Marina Zuccoli Dipartimento di Astronomia - Universita' di Bologna