PROGETTO ED IMPOSTAZIONE METODOLOGICA DEL RESTAURO DEL FONDO MANFREDI "Per alcuni volumi l'origine del degrado e' di natura chimica e interessa in profondita' il supporto cartaceo, per altri e' di natura biologica, trattandosi di erosioni dovute al lavorio di insetti sul dorso che hanno distrutto la funzionalita' strutturale del libro, compromettendone il meccanismo cucitura- legatura. Nel progetto di intervento sui 14 volumi il recupero e' inteso sia come riequilibrio della stabilita' anche chimica dei materiali, sia come ripristino funzionale e non solo ma anche cautamente attento al libro artigianale, come testimonianza del passato che il tempo ci ha consegnato. In questa sede prendere in esame un volume in particolare, illustrando lo stato di conservazione e la proposta di intervento di restauro. JOANNES KEPLERO "ASTRONOMIA NOVA" PRAGA 1609. Volume a stampa formato in-folio , mancante di note tipografiche che, secondo una fonte citata in una nota manoscritta sul foglio di guardia anteriore e' stato stampato a Heidelberg in Germania. Note tecniche: legatura interamente in pergamena, manoscritta sul dorso, cucitura su cinque nervi in rilievo, quadranti di cartone rigido secondo un modello largamente diffuso nei secoli XVII-XVIII. Stato di conservazione: carte fortemente imbrunite e assai fragili per un fenomeno di ossidazione conosciuto come idrolisi acida della cellulosa che si manifesta per vari motivi su carte di ogni epoca, ma notoriamente e specialmente sulle carte tedesche antiche. L'opinione piu' diffusa riconduce questo fenomeno ai procedimenti in uso anticamente per fabbricare la carta, quali la qualita' dell'allume impiegato durante l'operazione di collatura del foglio, oppure alla presenza di talune impurezze metalliche ed inorganiche nelle acque di lavorazione ipiegate nelle cartiere tedesche. L'ipotesi di acidita' di queste carte e' stata confermata dalla misurazione del PH con un phmetro dotato di uno speciale elettrodo in grado di rilevare con concreta attendibilita' il valore PH direttamente su una superficie piana. Nel caso in questione la misurazione e' quindi avvenuta direttamente sulle carte appena inumidite in un punto con una goccia di acqua bidistillata, che rimossa immediatamente non ha lasciato ulteriori danni su un materiale tanto compresso. Questo esame preliminare ha evidenziato valori PH decisamente bassi di 4,5 per le carte imbrunite che sono la maggioranza, soltanto le meno scure, fra queste anche il frontespizio , hanno valori piu' alti intorno a PH 5,5,-5,8. L'intervento di restauro proposto, malgrado comporti la scucitura del volume e il trattamento in acqua di tutti i fogli, si basa sul fatto che proprio l'acqua e' in grado di rimuovere le sostanze acide dalla carta, portandole in soluzione nella fase di lavaggio, questa metodologia e' ampiamente confermata nella sua efficacia dalla bibliografia specialistica prodotta dai centri di ricerca sulla conservazione.Prima di effettuare qualsiasi operazione occorre riportare su una speciale scheda tutti i dati tecnici relativi alla struttura, ai materiali che compongono il libro antico da restaurare oltre che la discrezione dei danni riscontrati . Successione delle operazioni di restauro: scucitura del volume e separazione della coperta , immersione in acqua a 40F delle carte protette da supporti filtranti sintetici; successivamente deacidificazione con idrossido di calcio in soluzione semisatura che neutralizza la residua acidita' non solubilizzata dall'acqua nella fase precedente , introducendo inoltre una riserva alcalina per formazione di carbonato di calcio all'interno della carte, dopo l'asciugatura. Questa riserva alcalina assorbe eventuali future neoformazioni acide. Segue una ricollatura con soluzione di metil cellulosa per riportare la carta ad un appropiato grado di consistenza dopo il trattamento in acqua che asportaqno buona parte della collatura proteica antica. I fogli riparati ove necessario con innesti di carta speciale giapponese, devono essere ricomposti in fascicoli ricuciti a mano su corde di lino secondo la tecnica pertinente alla struttura originale del libro, ma anche alla nuova legatura che occorre dare al volume. Infatti la coperta antica di pergamena non puo' piu' essere applicata al libro, poiche' la cucitura nuova e i restauri lungo la piega dei folgi, modificano seppure di poco le dimensioni di partenza; quindi si avra' cura di conservare unitamente al volume restaurato la legatura antica. Una nuova legatura in pelle a concia vegetale, non tinta, ripercorre in modo funzionale e corretto anche sotto il profilo filologico, la struttura della coperta in pergamena rimossa, senza rischio di incorrere nei possibili incovenienti tecnici che qui non tratto, legati comunque a questo tipo di manufatto, qualora si intendesse rilegare nuovamente in pergamena montata su cartoni rigidi. Tutte le operazioni eseguite, i prodotti impiegati, le percentuali delle soluzioni debbono essere annotati sulla scheda di restauro. Anna Maria Maganzi