From: ASTBO3::OBIETTORE "OBIETTORE" 25-MAR-1997 16:47:02.60 To: PEPERONI CC: Subj: E uno.... LA STORIA DELLA SCIENZA , LE BIBLIOTECHE , IL PROGETTO "BOSCIENTIA" Il mio intervento e' diviso in due parti. Nella prima parte diro' qualcosa sulla storia della scienza e sul rapporto speciale che questa disciplina ha con i libri e con le biblioteche. In questa prima parte cerchero' di dimostrare una tesi di cui sono a mia volta convinto. E cioe' che vi e' qualche affinita' speciale tra il ruolo che la storia della scienza sta svolgendo nella cultura contemporanea e il ruolo che le biblioteche possono e debbono svolgere in un contesto universitario. Nella seconda parte illustrero' un esmpio concreto di questo rapporto speciale tra la storia della scienza e le biblioteche. L'esempio e' offerto da un progetto di catalogazione su computer: il progetto BOSCIENTIA. Il progetto e' ormai in una fase avanzata di realizzazione e potremo considerarlo una testimonianza, circoscritta ma significativa, del laborioso processo di informatizzazione delle nostre biblioteche. In primo luogo dunque la storia della scienza e il rapporto speciale che essa ha con le biblioteche. La storia della scinza intesa come area disciplinare si sta sviluppando molto rapidamente nelle universita', in Italia e all'estero. Le ragioni di questo sviluppo sono abbastanza chiare agli addetti ai lavori. La storia della scienza viene percepita come un ponte lanciato tra le discipine umanistiche e le scienze naturali; un ponte di cui si avverte con gran forza la necessita' e l'urgenza in tutti i paesi. E' passata l'epoca in cui si pensava che la cultura scientifica potesse diffondersi e prosperare restando chiusa in se stessa e puntando tutto sulla specializzazione. Anche nei paesi in cui questa tendenza ha raggiunto traguardi notevolissimi, ci si e' accorti che, per attirare gli studenti e gli studiosi migliori, l'insegnamento delle scienze deve dare il giusto peso agli aspetti dell'impresa scientifica che ne fanno un'impresa umana nel senso piu' ampio, e dunque un'impresa complessa nelle sue motivazioni e nei fini che persegue , come ogni altra imoresa umana. Analogalmente, al livello della divulgazione scientifica si e' fatta strada un'impostazione meno superficiale di quella alla quale eravamo abituati. L'accento si e' spsotato dalla illustrazione spesso acritica delle meraviglie della scienza e della tecnica a un esame delle circostanze concrete, individuali e sociali, che tengono in moto l'impresa scientifica. Anche in questi cambiamentinella immagine pubblica della scienza la storia della scienza ha avuto un ruolo importante: ci ha aiutato e ci aiuta ad acquisire una consapevolezza critica nella valutazione degli sviluppi della scienza. In questo senso si puo' dire che la storia della scienza non e' solo un ponte tra gli scienziati e ilpubblico della scienza, e nelle societa' industriali avanzate questo pubblico - che ne siamo consapevoli o no - siamo tutti noi. Se considerate quale rammatico impatto la scienza e la tecnica possono avere, credo che vi siano pochi dubbi sul fatto che e' importante tenere questo ponte tra gli scienziatie noi ben aperto e percorribile in entrambi le direzioni. Vi ho presentato la storia della scienza come un ponte tra la scienza e le discipline umanistiche =, tra gli scienziati e il pubblico. Personalmente sono convinto che anche le biblioteche oggi, in ambiente universitario, possano e debbano svolgere una funzione analoga. In un certo senso , un esempio concreto di questo nuovo rapporto tra le discipline biblioteconomiche e la scienza e' gia' sotto gli occhi di tutti : e' il processo di informatizzazione. Ma questo , in qualche misura, e' stato finora indotto da sviluppi tecnologici esterni alle biblioteche. Quando dico che le biblioteche, in ambiente universitario, dovrebbero proporsi anch'esse come un ponte tra la scienza e le discipline umanistiche, tra la scienza e il suo pubblico, mi riferisco a un'azione piu' attiva delle biblioteche . Considerate per esempio i problemi che gli scienziati incontrano nella gestione delnumero sempre crescente di pubblicazioni che si producono in ogni specializzazione disciplinare. Se sapranno conquistarsi le competenze relative e darsi un'organizzazione appropriata, le biblioteche potranno svolgere una funzione cruciale nel settore della documentazione scientifica. Considerate un altro esempio, cioe' lo sviluppo , non piu' "futuribile" come si potrebbe credere, di nuove tecniche infirmatiche utilizzate per la didattica. Anche in questo campo si puo' prevedere un nuovo tipo di collaborazione tra il professore , il bibliotecario e lo studente; una collaborazione piu' stretta di quella cui siamo abituati oggi. Qualcuno pensera' che queste problematiche riguardino solo alcuni settori ristretti delle biblioteche, e in ogni caso le biblioteche scientifiche, non quelle di interesse storico che sono la maggioranza nel nostro paese. Ma non e'cosi' o , meglio, non dovrebbe essere cosi'. La ricerca dell'eccellenza nella documetazione scientifica contemporanea puo' andare di pari passo con la valorizzazzione dei documenti della scienza del passato. In giro per il mondo non mancano esempi di questoduplice impegno da parte delle biblioteche . Penso, per esempio, alla Biblioteca Universitaria di Berkeley in California. E' noto che l' Universita' di Berkeley ha conquistato da sola piu' premi Nobel di una nazione intera come l'Italia; si puo' quindi immaginare quale enfasi quella biblioteca ponga sulla documentazione scientifica attuale . Ebbene, recentemente i colleghi della Biblioteca Universitaria di Berkeley hanno fatto un punto di onore della decisione di acquistare i manoscritti di Laplace, il grande scienziato del Settecento e uno dei maggiori di tutti i tempi, che erano stti offerti sul mercato dell'antiquariato. Gia' da anni, del resto, a Berkeley possiedono i manoscritti di Boscovich , un altro grande scienziato del Settecento che in Italia consideriamo in italiano, ma di cui nessuna biblioteca italiana si e' preoccupata di acquisire i manoscritti prima che finissero in America. I segni di un cambiamento per fortuna non mancano. Storici e bibliotecari stanno svolgendo finalmente insieme una parte attiva nel promuovere questa nuova consapevolezza circa il ruolo delle biblioteche nella cultura scientifica contemporanea : penso a iniziative come questa sul fondo di Eustachio Manfredi, penso alla mostra sui "Libri dell'ingegnere", promossa dall'Archivio Storico dell'Universita', e penso naturalmente al progetto BOSCIENTIA, del quale ora illustrero' le caratteristiche essenziali. Con il progetto BOSCIENTIA ci siamo proposti alcuni obiettivi molto semplici. Il patrimonio librario di Bologna e' notoriamente suddiviso in molte biblioteche grandi e piccole per le quali non esiste un catalogo unificato, se si eccettua il caso particolare dei periodici. Uno dei problemi che qualsiasi studioso deve affrontare nelle sue ricerche e' questa frammentazione delle collezzioni; collezzioni che d'altra parte, per quanto riguarda i classici della scienza fino almeno al Settecento, sono davvero straordinarie per estensione e qualita' e formano un patrimonio di sicuro rilievo europeo. Con il progetto BOSCIENTIA , finanziato dalla Soprintendenzaai Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, stiamo realizzando un catalogo unificato su supporto magnetico dei classici della scienza moderna , da Copernico a Einstein, reperibili nelle bibliteche bolognesi. Siamo partiti con un campione di circa mille autori, selezionati con l'aiuto di diversi colleghi che si occupano di storia della scienza nella nostra universita'. Questa fase iniziale e' stata assai istruttiva per le stimolanti discussioni storiografiche cui ogni selezione di "classici" da' luogo. Si e' quindi proceduto a uno spoglio, tramite i cataloghi esistenti, delle opere di questi mille autori presenti nelle biblioteche della citta'. Lo spoglio ha interessato finora las Biblioteca dell'Archiginnasio, la Biblioteca Universitaria, le Biblioteche dei Dipartimenti di Chimica e di Filosofia, e sara' presto estesa ai Dipartimenti di astronomia e di Fisica. Sono stati finora censiti 9099 volumi, corrispondenti a 7107 edizioni. Gli autori indicizzati - comprendendo curatori e coautori - sono 2075. Il catalogo e' per ora accessibile su personal computer presso il Dipartimento di Filosofia. Il programma di catalogazione utilizzato, denominato Sebina e messo a disposizione dalla Sopritendenza ai Beni Librari , consente ricerche bibliografiche anche attraverso le parole incluse nei titoli e dunque permette una ricerca per soggetti. Il catalogo, come e' ovvio, e' facilmente duplicabile sia su altri computers, sia in versione stampata. L'obiettivo e' di renderlo presto disponibile presso le biblioteche che ne hanno favorito la realizzazione. In una fase piu' avanzata sipensa di estendere la catalogazione ad altre biblioteche e ad altre citta' della regione ,di "versare" il catalogo nel sistema bibliotecario d' Ateneo e di renderlo accessibile agli utenti di altre citta'. Non e' questa la sede per illustrare i risultati che il catalogo, gia' nella fase attuale , ha permesso di conseguire sul piano della ricerca storica. Bastera' ricordare che il censimento che si sta compiendo e' uno strumento fondamentale per verificare la circolazione della cultura scientifica ed europea e per individuare i momenti di sviluppo o di ripiegamento sul fronte della ricerca e della didattica delle scienze nella storia della citta'. Per essere realizzati i progetti come il progetto BOSCIENTIA hanno bisogno di circostanze favorevoli e di diversi ingredienti. Spesso in Italia pensiamo che l'ingrediente principale siano i soldi e crediamo che sia la loro mancanza o limitatezza a impedire o complicare le cose da noi. In realta' , dopo avere frequentato diverse universita' europee e americane, mi sono convinto che questo non e' o non e' piu' il nostro problema principale. I mezzi spesso nonmancano intorno a noi . Per fare un esempio, ci sono piu' computers a disposizione degli studiosi nel dipartimento dove lavoro qui a Bologna che on nei dipartimenti di Harvard , Oxford,Berkeley, Yale, Berlino e Uppsala che ho imparato a conoscere abbastanza a fondo. e' vero invece che le biblioteche di quelle universita' sono in una fase molto piu' avanzata di informatizzazione rispetto alle nostre biblioteche. Come possiamo spiegare questo ritardo? La storia della scienza ci aiuta a cercare una risposta anche a questo genere di domande. La storia delle istituzioni scientifiche ci dice che se le biblioteche sono restate indietro da noi e' perche', fino a poco tempo fa, esse non hanno occupato il posto importantissimo che dovrebbero avere negli interessi dei professori, ai quali in larga misura e' affidata da noi la gestione delle risorse universitarie. Su questo punto e' necessaria una severa autocritica e una nuova consapevolezza da parte dei professori. Fatta l'autocritica dei professori, lasciatemi dire che il confronto con le biblioteche di altri paesiimpone un'autocritica anche ai bibliotecari. Quello che colpisce immediatamente nelle biblioteche delle universita' straniere che ho ricordato non e' soltanto il livello avanzato di informatizzazzione , e' soprattutto l'organizzazzione del lavoro e la gestione efficiente delle risorse, umane e materiali. Come insegnano i sociologi , queste cose sono strettamente legate alla formazione professionale e alle motivazioni delle persone. In Italia ho l'impressione che spesso si crei nelle biblioteche una specie di cortocircuito tra formazione professionale e motivazioni; un cortocircuito che favorisce l'immobilismo . Il cortocircuito puo' essere descritto cosi': da un lato , una formazione professionale un p' antiquata non crea, in un certo numero di addetti alle biblioteche, motivazioni sufficienti perche' essi guardino con interesse al proprio lavoro e alle sue prospettive future; dall'altro lato le scarse motivazioni , culturali e retributive, sembrano giustificare una certa resistenza ad acquisire una piu' accentuata professionalita' e le gratificazioni che questa porta con se'. Da questo cortocircuito si esce soprattutto favorendo la professionalita', ma e' ovvio che questo richiede tempi lunghi e processi laboriosi. Intanto si puo' cercare di uscirne anche con piccoli progetti-pilota, come e' appunto il progetto BOSCIENTIA. E poiche' ho parlato di professionaita' e di motivazioni, lasciatemi concludere osservando che se il progetto BOSCIENTIA e' ua realta' , una realta' piccola ma importante, e' grazie alla professionalita' e alle motivazioni di alcune persone che vi si sono impegnate. queste persone si chiamano Nazareno Pisauri, Valeria Buscaroli, Stefano Belli e Alessandra Dini. E' grazie a loro se BOSCIENTIA e' nata, cresciuta e credo si sviluppera' ancora; e' grazie a loro se BOSCIENTIA non restera' uno dei progetti incompiuti di cui , purtroppo , non mancano esempi nelle nostr universita' e nelle nostre biblioteche. Giuliano Pancaldi