Sinagoga: Tempio Israelitico Il documento ufficiale più antico reperibile che menzioni un insediamento ebraico, seppur piccolo, a Trieste è datato 1236 ed è costituito da un atto notarile che menziona l'ebreo Daniel David di Trieste, che spese 500 marchi per combattere i ladroni sul Carso.
A cominciare dal secolo XIV vi si stabilirono Ebrei provenienti dai paesi tedeschi; alcuni erano sudditi dei Duchi d'Austria ed altri dei Principi locali. Durante il periodo medioevale gli Ebrei della città erano dediti principalmente ad attività bancarie (prestiti) e commerciali; dal XIV secolo troviamo Ebrei banchieri ufficiali del municipio.
Alla fine del XVII secolo gli Ebrei di Trieste, così come quelli di molte altre comunità d'Europa, si trovarono al centro di una battaglia con le autorità cittadine che pretendevano la costruzione di un ghetto e la conseguente emarginazione del piccolo nucleo ebraico all'interno di esso.
Il conflitto durò un certo periodo di tempo, al termine del quale gli Ebrei furono costretti a cedere alle autorità e ad accettarne l'imposizione.
Alla fine del XVIII secolo gli Ebrei tornarono a vivere al di fuori dei ristretti confini del ghetto. A quel tempo essi si occupavano di commercio e artigianato ed alcuni erano fornitori della Corte Austriaca. Il numero degli Ebrei triestini era allora molto esiguo: un centinaio di persone.
Il 19 aprile 1771 Maria Teresa concesse due Patenti Sovrane agli Ebrei di Trieste, Patenti che sono dei veri e propri regolamenti. Nel 1782, col famoso Editto di Tolleranza, Giuseppe II ammise gli Ebrei alle cariche di deputati della Borsa e ad alcune professioni liberali. Un anno più tardi venne aperta la Scuola Elementare Israelitica col titolo di Scuole Pie Normali Israelitiche.
L'anno seguente, il 1784, vennero aperte le porte del ghetto e gli Ebrei triestini poterono quindi coabitare con i cittadini di altra fede religiosa. Tuttavia la maggior parte di essi continuò ad abitare nel ghetto; tanto è vero che dopo la breve occupazione francese del 1797, essi si accinsero a costruire due nuove Sinagoghe nella via delle Scuole Israelitiche; Sinagoghe che furono demolite durante il primo quarto del '900 in seguito allo sventramento della "Città Vecchia".
La nuova monumentale Sinagoga, che venne inaugurata nel 1912, rimpiazzò le quattro Sinagoghe più piccole che esistevano in precedenza. Nel 1931 vivevano a Trieste 5025 Ebrei. Nel 1938 la Comunità crebbe fino a contare 6000 membri.
Durante il periodo dell'occupazione germanica, i Nazisti eseguirono operazioni di rastrellamento ai danni della popolazione ebraica. Nel 1945 rimasero a Trieste solo 2300 Ebrei. Negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, i Nazisti stabilirono un campo di sterminio alla Risiera di S. Sabba, unico nel suo genere in Italia, e 710 Ebrei vennero deportati dalla città.
Il famoso Samuele David Luzzato era nativo di Trieste. Lo scrittore Italo Svevo viveva a Trieste, dove ambientava i suoi romanzi e novelle.
Dopo la guerra circa 1500 Ebrei rimasero nella città; nel 1965 il loro numero si abbassò a 1052 su 280000 abitanti.
Oggi la Comunità Ebraica conta circa 700 membri. L'ultima vestigia della Trieste Ebraica del passato fu la Sinagoga Ashkenazita di via del Monte che oggi, alcuni anni dopo la sua chiusura, ospita i locali del Museo della Comunità Ebraica di Trieste "Carlo e Vera Wagner".

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