Johann Elert Bode, Uranographia
L'atlante di Bode rappresenta uno spartiacque nella storia della cartografia celeste. Nella sua Uranographia del 1801 sono inserite pressoché tutte le costellazioni utilizzate dagli astronomi nel secolo precedente, nonché altre inventate dall'autore, e sono indicate le posizioni di oltre 17000 stelle e 2500 nebulose. Si tratta di un atlante di grande formato, contenente 20 mappe, tra cui due emisferi, che coprono il cielo visibile a tutte le latitudini. Appaiono così, oltre alle nuove costellazioni australi ideate
da Lacaille, anche altre figure destinate a scomparire rapidamente, come il Pallone aerostatico, la Macchina elettrostatica o l'Officina tipografica.
Dopo l'Uranographia di Bode, con l'inizio del nuovo secolo, il panorama si
modifica rapidamente. Si diffonde la tendenza a eliminare le figure mitologiche per lasciare spazio a una più precisa determinazione delle posizioni degli astri e, anche quando le costellazioni vengono delineate in modo molto stilizzato, il loro numero viene drasticamente ridotto. La dimensione artistica scompare progressivamente, per fare posto a una rappresentazione puramente tecnica. Si chiude così l'epoca d'oro della
cartografia celeste.
La Balena, la Macchina elettrostatica, l'Apparato chimico e lo Scultore di Bode (Bibl. del Dip. di Astronomia di Bologna)
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Queste pagine sono a cura di Davide Neri - E-mail: ban2280@iperbole.bologna.it