Galileo Galilei ritratto da Ottavio Leoni.
Paris, Musée du Louvre.

Le leggi del moto dei pianeti - (Cinematica)

Dalla terza legge di Keplero P2 = k a3 (approfondimento delle leggi di Keplero), diventa allora possibile calcolare la distanza di un pianeta dal Sole, sconosciuta nell'astronomia tolemaica, prendendo come unità di misura l'Unità Astronomica determinato che sia il periodo di rivoluzione P in anni. La terza legge di Keplero disegna, per così dire, la "mappa" del Sistema Solare, la scala della quale diventa nota quando si determini in unità di lunghezza (ad esempio, chilometri) l'Unità Astronomica stessa.

In Unità Astronomiche (U.A.) le distanze medie dal Sole dei pianeti visibili ad occhio nudo risultano: Mercurio, 0.39 U.A.; Venere, 0.72 U.A.; Terra, 1 U.A.; Marte, 1.52 U.A.; Giove, 5.20 U.A.; Saturno, 9.54 U.A.

Galileo Galilei, copernicano convinto, stabilì i principi di due nuove scienze, la cinematica e la dinamica, enunciando tra l'altro il principio di inerzia e la relatività del moto e preparando il terreno su cui si sarebbe poi mosso il suo grande successore, Isacco Newton.

Con l'uso del cannocchiale da poco inventato, il 7 gennaio 1610 Galileo poté constatare, con i suoi occhi, che Giove era accompagnato da quattro satelliti (i satelliti medicei ) che gli giravano intorno come la Luna alla Terra ed i pianeti al Sole. Osservò inoltre per la prima volta che Venere, come la Luna, mostrava le fasi, dimostrando inequivocabilmente che Venere si trova tra la Terra ed il Sole. La Teoria Copernicana aveva così una clamorosa conferma: si dimostrava con l'osservazione che la Terra non era l'unico centro di ogni moto celeste. La pubblicazione del Dialogo sopra i due Massimi Sistemi in lingua italiana contribuì alla diffusione della concezione eliocentrica presso un pubblico sempre più vasto.