La tettonica delle placche



La teoria della tettonica delle placche si basa sulla considerazione che la litosfera, un guscio sottile che ricopre tutta la superficie terrestre, non è una struttura continua: è costituita da zone, dette placche, isolate e in moto relativo l'una rispetto alle altre. Il movimento è garantito dai moti convettivi (simili a quelli che si generano nell'acqua che bolle) che si hanno nella astenosfera, lo strato fluido immediatamente sottostante la litosfera. Le placche, alcune delle quali costituiscono la base su cui poggiano i continenti, si spostano continuamente, cambiando l'aspetto della Terra.
Le placche più rilevanti sono le 12 riportate nella mappa e solo alcune corrispondono ai continenti. Il moto di una placca, rispetto alla placca adiacente, è detto convergente quando le placche si avvicinano; divergente quando si allontanano e trascorrente quando le placche, a contatto in una zona detta faglia, scorrono una di fianco all'altra.
  • Un esempio di moto convergente si ha in Italia, dove la placca africana spinge quella euroasiatica; in questi casi una delle placche (quella che spinge) si incunea sotto l'altra, esercitando forti pressioni e conseguenti corrugamenti della crosta che si manifestano come terremoti di forte intensità.

  • Un esempio di moto trascorrente è quello della faglia di Sant'Andrea, in California, dove la placca pacifica e quella nord americana scorrono, la prima verso nord-ovest e la seconda verso sud-est. Lungo i confini dove le placche interagiscono si hanno forti tensioni meccaniche esercitate sulle rocce e violenti terremoti quando queste rocce si frantumano e l'energia accumulata viene rilasciata.
  • I moti divergenti generano aree di "mancanza di litosfera" che sono riempite con magma il quale, raffreddandosi, produce nuova crosta (litosfera). In un'altra zona i moti saranno concorrenti, con conseguente dissolvimento di crosta (che si incunea), per cui la quantità totale di litosfera non cambia in modo apprezzabile.