Ulteriori cenni storici

Nel Sistema Copernicano è il secondo pianeta partendo dal Sole il cui ciclo completo di apparizioni, serali e mattutine, si compie in 584 giorni. Venere fu studiato per la prima volta da Galileo nel 1610 che ne osservò per primo, con un cannocchiale, le fasi.

Tale osservazione confermò la teoria copernicana che lo situava appunto tra la Terra ed il Sole mentre smentì la teoria tolemaica che invece lo poneva in una regione stabile di cielo tra il Sole e la Terra.

Nel 1677 Halley propose di utilizzare le osservazioni di Venere per una determinazione esatta della distanza di Venere dal Sole e quindi delle distanze relative degli altri pianeti del Sistema Solare usando la meccanica celeste.

Ciò venne fatto con successive spedizioni dapprima in Estremo Oriente (nel 1761) e quindi nell'Europa Settentrionale (nel 1874) arrivando a stabilire il valore della parallasse Solare in 8.85" (secondi di arco). Francesco Bianchini, nei primi decenni del XVIII secolo, effettuò le prime osservazioni del pianeta al fine di determinarne il periodo di rotazione osservando le nubi della sua atmosfera.

Nel 1932 W. Adams e T. Dunham, mediante osservazioni spettroscopiche di Venere nel vicino infrarosso, scoprirono una serie di righe tipica di bande molecolari dovute all'assorbimento del carbonio. Queste misure portarono a formulare l'ipotesi di una atmosfera composta prevalentemente da ossido di carbonio.