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Kruscev, Nikita
1894-1971

Fu a capo dell'Unione Sovietica dopo la morte di Stalin, Segretario del Partito Comunista sovietico dal 1953 al 1964, fu presidente del consiglio dei ministri dal 1958 al 1964. Nel 1964 fu rimosso dall'incarico e sostituito da Leonid Breznev. Da allora rimase sotto stretta sorveglianza del KGB.
La novità più importante della politica di Kruscev fu la denuncia dei crimini di Stalin.
Nel 1956, infatti, Kruscev presentò al XX Congresso del partito comunista sovietico un rapporto segreto in cui con grande chiarezza affermava: "Stalin non agiva ricorrendo alla persuasione ma imponendo le sue idee e chiedendo sottomissione assoluta alle sue opinioni."
Il rapporto portò molto disorientamento tra i comunisti occidentali che erano rimasti fedeli al mito di Stalin.
Kruscev cercò anche di migliorare le relazioni con il mondo occidentale e indicava la coesistenza pacifica come l'unica strada alternativa alla guerra più devastatrice della storia.
Lanciò anche il paese in un'accesa competizione economico - tecnologica con gli Stati Uniti, che assorbì risorse sempre più ingenti. Ciò fruttò all'Urss il temporaneo primato nella gara spaziale, ma non contribuì a risolvere i problemi di fondo dell'economia sovietica.
Sul piano economico Kruscev cercò di ridurre lo squilibrio esistente tra le risorse destinate all'industria pesante e quelle destinate ai consumi e all'agricoltura, per migliorare il tenore di vita della popolazione; perciò egli elevò i prezzi agricoli, ridusse le tasse per i contadini, aumentò i salari e pensioni.
Sul piano politico allentò la morsa dell'opprimente dittatura staliniana e consentì una più libera espressione di pensiero, e di parola, pur entro i limiti dell'indiscusso e indiscutibile modello socialista.

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