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La magnitudine stellare
Claudio
Elidoro
La convenzione proposta da Pogson ipotizzava che
una differenza di cinque classi di magnitudine corrispondesse esattamente ad
un rapporto 100:1 dei flussi luminosi. Ma quale incremento di luminosità
caratterizza il passaggio da una classe a quella successiva? I volonterosi
possono fare i calcoli utilizzando l’equazione (2): è sufficiente inserire al
posto di m e mo due numeri consecutivi, sostituire a k il valore
numerico corretto (– 2.5) e risolvere rispetto al rapporto I/Io.
Per chi non se la sente di accendere la calcolatrice riveliamo che il
rapporto di flussi luminosi che si otterrà dal calcolo (limitando il
risultato a quattro decimali) sarà di 2.5118:1. Considerando le luminosità, dunque, siamo di fronte
ad una progressione geometrica di ragione 2.5118, risultato al quale si
poteva pervenire per altra via. Infatti, dato che il rapporto di luminosità
di 100:1 copre un salto di 5 classi, si tratta di dividere il numero A questo punto siamo così in grado di comporre
questa tabella riassuntiva:
Approfittando della calcolatrice ancora accesa
potremmo chiederci quante volte Sirio (m = –1.4) sia più luminosa di una
stella di magnitudine 25 (traguardo accessibile solamente a un limitato
numero di telescopi). Avremo che: da cui E dunque: Risultato certamente eclatante, ma che, comunque,
non ci da assolutamente nessuna indicazione di tipo fisico sulle reale
emissioni luminose delle due stelle. Più interessante, invece, provare a fare due conti
con la magnitudine assoluta. Deneb (costellazione del Cigno) ha una magnitudine
apparente di + 1.25 e si trova ad una distanza di 500 parsec. Proviamo a
valutarne la magnitudine assoluta: M Deneb
= 1.25 + 5 – 5 log 500 = 1.25 + 5 – 13.49 = –7.24 Facciamo ora un analogo calcolo per il Sole,
sapendo che m Sole = – 26.74 e che la sua distanza da noi (1 UA)
corrispondente a 1/206265 parsec [1]. M Sole
= – 26.74 + 5 – 5 log (1/206265) = – 26.74 + 5 +
26.57 = + 4.83 Ragionando sui risultati ottenuti possiamo dunque
constatare che Deneb è quasi 70 mila volte più luminosa del Sole. Ancora non
sappiamo a cosa imputare questo enorme divario, ma almeno siamo certi che non
dipende dalla distanza. |
[1]Espresso in radianti, 1
secondo d’arco è 1/206265.
Questo comporta che una stella con parallasse di 1 secondo d’arco si trova ad una distanza pari a 206265 volte l’Unità Astronomica (assunta come unità metrica della nostra misurazione). Volendo cercare il pelo nell’uovo si potrebbe obiettare che l’affermazione non è trigonometricamente corretta, ma con angoli così piccoli si può ragionevolmente approssimare il lato opposto all’angolo di parallasse all’arco di circonferenza sotteso.