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E'
noto che, per effetto del Big Bang, la violenta esplosione iniziale da
cui si è originato il nostro universo, l’intero spazio cosmico è
attualmente pervaso da una radiazione detta appunto Radiazione Cosmica
di Fondo.
Nei primissimi istanti la materia si trovava a diversi miliardi di gradi ed emetteva radiazione molto energetica, ovvero a frequenze molto alte, nell’intervallo dei raggi gamma. Si dice allora che la radiazione era anch’essa ad alta temperatura. Con l’espansione dell’universo, tuttavia, il "gas" di fotoni si è comportato qualitativamente alla stregua di un gas ordinario composto da molecole; un tale gas tende a scaldarsi se compresso e a raffreddarsi se si espande. A testimonianza del primo effetto, una pompa tende a scaldarsi quando comprimiamo l’aria per gonfiare le ruote di una bicicletta; l’effetto refrigerante dell’espansione di un gas è invece sfruttato nella costruzione dei frigoriferi. I fotoni della radiazione di fondo, dunque, hanno perso energia diminuendo la loro frequenza di pari passo con l’espansione dell’universo. Si dice allora che la radiazione si è "raffreddata" passando agli attuali 2,7 K, intendendo che, per emettere fotoni di così bassa energia, un corpo dovrebbe avere appunto una tale temperatura. La
radiazione cosmica rappresenta non solo una testimonianza "fossile" dell’avvenuta
esplosione iniziale, ma un utile strumento di indagine utilizzato dai cosmologi
in diverse occasioni. Essa è altamente omogenea ed isotropa,
ovvero risulta avere la stessa intensità indipendentemente dalla
regione della sfera celeste verso cui si puntano gli strumenti di misura.
Tuttavia, come abbiamo già descritto in queste stesse pagine, sono
presenti minime fluttuazioni spaziali nella temperatura della radiazione
che forniscano informazioni sull’inizio della formazione delle prime strutture
galattiche avvenuta dopo circa 300.000 anni dal Big Bang.
L’universo è riempito da agglomerati (ammassi) di galassie delle dimensioni di milioni di anni luce e contenenti centinaia o anche migliaia di galassie. Le osservazioni ai raggi X mostrano intense luminosità al centro degli ammassi dovute a gas ionizzato ad elevata temperatura (circa 100 milioni di gradi). La massa di questo gas è considerevole: pari a 5-6 volte quella di tutte le galassie dell’ammasso. Esso rappresenta in gran parte gas iniziale che, pur aggregandosi all’interno dell’ammasso, è rimasto in forma diffusa, senza raggiungere le densità critiche che lo avrebbero portato a "frammentarsi" in ulteriori galassie. Le elevate temperature sono dovute alla gravità dell’ammasso che comprime il gas al centro scaldandolo proprio per compressione grazie al meccanismo accennato più sopra. Oltre
ad emettere raggi X, gli elettroni del gas interagiscono anche con i fotoni
della pervasiva radiazione di fondo tramite il cosiddetto effetto Compton
inverso.
Sia
l’emissione X degli ammassi che la fluttuazioni nell’emissione radio della
radiazione di fondo in direzione degli ammassi stessi dipendono dal raggio
dell’ammasso (assunto sferico) e dalla densità del gas in esso contenuto.
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