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In Italia
23 giugno. Un nuovo quotidiano a sinistra del PCI
Il ManifestoIl primo numero del
Manifesto in forma di periodico esce nel giugno1969 ad opera di un gruppo di militanti e deputati del PCI tra cui Lucio Magri, Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Aldo Natoli e Valentino Parlato che manifestavano un aperto dissenso con la linea del PCI su molte fondamentali posizioni: dal sostegno del partito all'invasione sovietica della Cecoslovacchia nel '68 (più in generale alla politica internazionale dell'URSS), all'interpretazione della crisi delle società dell'est europeo e al rifiuto del riformismo. Il progetto della rivista risultava molto ambizioso ma anche altrettanto carico di incertezze. I gruppi della sinistra extraparlamentare erano piuttosto diffidenti nei confronti di un'iniziativa proveniente dall'interno del PCI, tanto più che l'esplosione dell'autonomia operaia nella primavera precedente sembrava confermare le ipotesi più radicali. Il pericolo principale veniva però dall'interno del PCI e dalla prevedibile accusa di frazionismo.
L'idea del
Manifesto era nata nell'estate del 1968. Essa aveva un retroterra politico complesso, che captava la formazione del dissenso che andava sorgendo nel PCI nel corso degli ultimi anni; la rivista maturava nel 1968 per iniziativa di un gruppo di persone di diversa collocazione e formazione; il 15 maggio, infine, l'ufficio stampa della direzione del PCI pubblicava sull'
Unità un comunicato, in cui si dichiarava che la rivista "diretta dai compagni Rossanda e Magri", non nasceva da alcuna intesa con la direzione, ed anzi era considerato da questa come dannosa e inutile.
La rivista in forma di periodico uscì 18 volte (tra cui sei numeri doppi) con discontinuità fino alla nascita del quotidiano
Il Manifesto, il 28 aprile 1971.