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Spazio
L'URSS stupisce il mondo

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Il 4 ottobre il mondo resta senza parole all'annuncio di Radio Mosca che una luna artificiale lanciata  dall'Unione Sovietica dal poligono di Baikonur ruota ora intorno alla Terra. O, meglio, il mondo occidentale resta senza parole, mentre quello comunista esulta di fronte a quella che al momento appare come un'indiscussa superiorità tecnologica sovietica nei confronti degli Stati Uniti.
E gli Americani si rendono conto di quanto sia scomodo andare a dormire con una "luna rossa" - lo Sputnik 1 - sulla testa. La gara spaziale è cominciata.

Visto con gli occhi di oggi, lo Sputnik 1 è poca cosa: 58 cm di diametro per 83,6 kg di peso, riporta informazioni su densità e temperatura dell'alta atmosfera.
Poca cosa, certo, ma l'impatto psicologico nel '57 sul mondo occidentale è devastante.
Il vettore che lo ha messo in orbita è un derivato dell'ICBM (Inter Continental Ballistic Missile) R.7 - nome in codice NATO Sapwood - sviluppato dal bureau di Sergei Korolev; questo missile metterà in orbita anche i successivi Sputnik 2 e 3.

Il 3 novembre l'URSS raddoppia il colpo lanciando in orbita lo Sputnik 2, pesante 508 kg.
E, come se non bastasse, a bordo del satellite c'è un essere vivente, la cagnetta Laika: la cabina a pressione in cui è ospitata rimane fissata allo stadio finale del razzo vettore.
L'emozione è forte in tutto il mondo, sia per la nuova conquista della tecnologia sovietica, sia per la sorte dello sfortunato animale.
Ma il destino di Laika è segnato fin da prima del lancio, in quanto la sua è prevista come una missione senza ritorno volta soltanto a testare le reazioni di un essere vivente nello spazio, e lo Sputnik non è dotato di sistemi di rientro. E quando, il 14 aprile 1958, il satellite si consuma bruciando nell'atmosfera, Laika è già morta da tempo.

Il 6 dicembre vede quella che viene annunciata al mondo come la riscossa dell'America nella corsa allo spazio: la messa in orbita di un satellite artificiale. Le chance di rivincita nei confronti dell'Unione Sovietica sono affidate al razzo tristadio Vanguard sviluppato dai servizi tecnici dell'US Navy.
Ma quando il razzo si alza dalla rampa di lancio di Cape Canaveral, in Florida, appare subito chiaro che non ha a disposizione abbastanza spinta: il Vanguard si affloscia su se stesso ed esplode in un mare di fiamme.
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