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A Bologna
Biagi dirige il "Carlino"
Il Resto del CarlinoIl Resto del Carlino pubblicò il primo numero del giornale il 21 marzo del 1885 e da allora è uno dei simboli di Bologna. Per quanto riguarda le origini del nome sono legate al modo di dire "dare il resto del carlino", ossia "dare ad ogni individuo il proprio avere" . Ma dietro al nome c'era anche una precisa strategia commerciale. Il giornale costava due centesimi (invece dei 5 della stampa "seria" e di quella sportiva) e veniva venduto nelle tabaccherie. Siccome un sigaro toscano costava 8 centesimi, era facile per gli esercenti abbinare la vendita dei due prodotti e rendersi così promotori del giornale.
La tiratura iniziale del quotidiano fu di circa 8.000 copie ed incrementò molto presto fino a giungere a 14.000 copie. A tale periodo si contrappose un momento di profonda crisi che venne superata grazie all'ingresso nella direzione di Amilcare Zamorani. Zamorani portò notevoli cambiamenti tanto da arrivare a trasformare il giornale in uno tra i più noti quotidiani nazionali di informazione che iniziò ad assumere anche dichiarati connotati politici in quanto divenne punto di riferimento per quella parte politica associata ai repubblicani, socialisti e radicali.
Il novecento fu infine un periodo di notevole sviluppo per il giornale che giunse a tirature davvero consistenti, pari a circa 150.000 copie, realizzate sotto il periodo della Prima Guerra Mondiale.
Dopo un cambiamento registrato nel 1945, in cui il nome del giornale fu momentaneamente cambiato in
Giornale dell'Emilia si giunse ai primi anni novanta dove la testata passò sotto il controllo della famiglia Riffeser che ebbe l'intuizione di unire
Il Resto del Carlino con altri due importanti quotidiani:
La Nazione ed
il Giorno, formando così il cosiddetto
Quotidiano Nazionale.
Attualmente la diffusione media del quotidiano è di circa 170.000 copie.