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Nel mondo
1 luglio. Algeria indipendente



I francesi la chiamano la "Guerra d'Algeria" e gli algerini la chiamarono "La Rivoluzione". Fu un conflitto complesso e tormentato che durò più di 8 anni, fece quasi mezzo milione di morti, provocò la caduta di sei primi ministri della Quarta Repubblica francese e portò la Francia sull'orlo della guerra civile. Il 1 novembre 1954 i guerriglieri dell' FLN (Fronte di Liberazione Nazionale) eseguirono una serie di attacchi contro installazioni militari, posti di polizia, magazzini e mezzi di comunicazione in diverse parti dell'Algeria. Dal Cairo, via radio, l' FLN esortò il popolo algerino ad insorgere contro i colonizzatori francesi. Non tutti i movimenti nazionalisti algerini erano a favore della insurrezione armata. L'FLN cominciò a propagandare le proprie idee nelle campagne e molti coloni francesi delle zone interne (i cosiddetti pieds-noirs) vendettero le terre e si spostarono ad Algeri. Nell'agosto 1955  l'FLN compì un eccidio di 123 civili vicino alla città costiera di Philippeville e la repressione francese fu durissima (1273 guerriglieri furono uccisi secondo i francesi, 12 000 secondo l'FLN). Questo episodio segnò l'inizio delle ostilità fino ad allora limitate ad attacchi verso obiettivi strategici o militari. Il 7 gennaio 1957 il governo francese incaricò il gen. Massu, comandante della decima divisione paracadutisti, di riportare l'ordine nella capitale algerina. Cominciò la battaglia d'Algeri che si protrasse per sette mesi. I metodi di Massu erano i rastrellamenti, la tortura e i sequestri di persona. Sul finire dello stesso anno il gen. Salan assunse il comando delle operazioni militari in Algeria. La sua fu una linea più duttile, ma non meno feroce. Nel maggio 1958 una enorme manifestazione a cui parteciparono Pieds Noirs, ma anche algerini, chiese al governo francese  il sostegno affinché l'Algeria  rimanesse francese.
Il 13 maggio, forte del senso di quella manifestazione, il gen. Salan creò un Comitato di Salute Pubblica formato solo da militari francesi pronto a rimpiazzare le autorità civili. Il 29 maggio la candidatura del Generale De Gaulle a primo ministro approvata dal parlamento impedì che la Francia precipitasse in una guerra civile. De Gaulle, comprese che la situazione in Algeria era sull'orlo di precipitare e giocò la carta della concessione del diritto di voto a tutti i musulmani. Per i francesi d'Algeria fu un colpo quasi mortale, ma lo fu anche per l'FLN. Il 16 settembre 1959 il presidente della Repubblica francese annunciò che presto gli algerini sarebbero stati  chiamati ad esprimersi in un referendum. Cominciò così l'ultima fase del conflitto, articolata su due piani: quello delle trattative tra il governo francese e il governo provvisorio algerino e quello della reazione dei francesi d'Algeria che dopo aver cercato di dar vita ad un loro esercito, scatenarono una settimana di disordini (gennaio 1960). Nel marzo del 1961 un putsch militare, promosso da quattro generali francesi, prese il potere ad Algeri, ma la maggioranza dell'esercito respinse il tentativo.
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