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Nel mondo
14 ottobre. Blocco navale a Cuba


Crisi dei missili
A seguito di una ricognizione effettuata da aerei spia U-2 due giorni prima, Kennedy viene a conoscenza della presenza a Cuba di missili sovietici a medio raggio, con relativi sistemi di lancio. La capacità di questi missili è di copertura quasi totale del territorio americano (è esclusa la zona di Seattle), il che conferisce a Cuba, e direttamente all'URSS, un enorme potenziale di pressione nell'ambito della sfida tra le due potenze.  Iniziò così la Crisi dei Missili, il picco più alto della tensione tra le due potenze nel secondo dopoguerra, andando molto vicino a quello che avrebbe potuto diventare il terzo conflitto mondiale. Il 22 ottobre Kennedy annunciò alla televisione che avrebbe considerato un eventuale attacco da Cuba come un aggressione inferta dall'URSS e che per evitare consegne di ulteriori armamenti sovietici avrebbe isolato militarmente con  un blocco navale, chiamato semplicemente "quarantena" Cuba. Ma, sotto la spinta dell'opinione pubblica mondiale, inspirata anche dall'intervento pacifista di papa Giovanni XXIII, un primo passo in direzione di un compromesso venne fatto da Kruscev, con una prima lettera, privata, inviata a Kennedy il 26 ottobre. Dopo una seconda lettera, trasmessa dalla radio di Mosca la mattina del 27 ottobre, che chiedeva il ritiro dei missili installati in Turchia, Kennedy decise di rispondere in modo da consentire che egli apparisse come il vincitore dello scontro. Il Presidente americano rispose pubblicamente alla prima lettera, accettandola con un certo calore retorico e con alcune precisazioni formali, inserendo anche nella propria adesione allo scambio tra i missili cubani e la garanzia di non intervento a Cuba la frase "l'effetto di tale accordo nell'allentare le tensioni mondiali ci metterebbe in grado di lavorare verso un accordo più generale riguardante altri armamenti, come proposto nella vostra seconda lettera resa pubblica". La frase, a prima vista generica, acquistava molto significato in relazione alla seconda lettera e a quanto intanto succedeva a livello diplomatico. L'incontro del 27 ottobre fra Robert Kennedy e il nuovo ambasciatore sovietico a Washington Anatoly Dobrynin stabilì il compromesso sostanziale, al quale non venne data pubblicità e la cui esistenza venne persino smentita ai senatori americani qualche mese più tardi dal segretario di Stato Rusk.
Le navi sovietiche tornarono indietro e il 28 ottobre Kruscev annunciò di aver ordinato la rimozione dei missili sovietici da Cuba. Dopo alcuni mesi furono smantellati i missili in Turchia.
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