Immagine del Voyager 2.

Esplorazione spaziale di Urano

Urano è stato visitato da una sola sonda spaziale: il Voyager 2 giunta nel gennaio del 1986 dopo un viaggio di quasi quattro anni e mezzo. Data la grande distanza del pianeta dal Sole, all'arrivo del Voyager 2 ben poco si sapeva su di esso. Il 24 gennaio del 1986 la sonda sfiorò Urano ad una distanza di 81500 km ed i segnali impiegarono quasi tre ore per raggiungere la Terra. Le antenne del "Deep Space Network" (Rete Spazio Profondo) furono collegate elettronicamente con parabole vicine in modo da potere ricevere i debolissimi segnali provenienti dal Voyager. Il lavoro di osservazione si concluse ufficialmente il 25 febbraio dello stesso anno dopo di che la sonda proseguì il suo viaggio verso Nettuno.

Nel momento del passaggio della sonda, Urano volgeva il polo sud al Sole. Apparve avvolto da una atmosfera di idrogeno e di elio con piccole quantità di metano, acetilene ed idrocarburi. Fu confermato che il colore verde-blu era dovuto, nell'alta atmosfera del pianeta, all'assorbimento da parte del metano della luce solare nella componente alla lunghezza d'onda del rosso. Vennero osservate formazioni nuvolose ad altitudine costante e distribuite per fasce come su Giove e Saturno. Le emissioni radio confermarono la presenza di una magnetosfera e si notarono attorno ad Urano fasce di radiazione simili a quelle di Saturno.

Fino al momento della ricognizione del Voyager 2 erano noti solo cinque satelliti; gli obiettivi della sonda spaziale ne scoprirono altri dieci. Per quanto riguarda invece i satelliti già noti le maggiori sorprese vennero da Miranda dalle cui immagini si possono osservare dettagli della sua superficie, con risoluzione inferiore al chilometro.

La sonda Voyager 2 scoprì pure due nuovi anelli che si andarono ad aggiungere ai nove già noti. Indagini più dettagliate dimostrarono che si trattava di formazioni anulari diverse da quelle osservate attorno ai due pianeti giganti: Giove e Saturno.