telescopio Cassinitelescopio CassiniTelescopio Zeiss

Le strutture osservative

La stazione osservativa di Loiano dell'Osservatorio Astronomico di Bologna, struttura dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), promuove la divulgazione e la didattica dell'astronomia. L'osservazione con telescopi del cielo e del Sole, la spiegazione degli aspetti più affascinanti della moderna astronomia mediante tecniche multimediali, l'indicazione delle dimensioni del Sole e dei pianeti mediante un modello in scala del Sistema solare e la visualizzazione dell'evoluzione dell'universo con il Calendario cosmico sono le attività che una scuola o le singole persone trovano visitando il Parco delle Stelle creato attorno ai telescopi di Loiano. Due sono i telescopi presenti nel parco: il telescopio da 60 centimetri e il telescopio G.D. Cassini da 152 centimetri.

Il telescopio da 60 cm
Fu costruito negli anni 30 assecondando l'esigenza di costruire le stazioni osservative fuori dei centri abitati; lontano da nebbie e luci, come voleva lo sviluppo dell'astrofisica che cominciava a richiedere cieli sempre più bui e più tersi per scrutare il cielo. Lo strumento fu ordinato nel 1931 alla ditta Karl Zeiss di Jena, che aveva una grande esperienza nella costruzione di questi strumenti, poiché aveva già costruito alcune decine di telescopi riflettori, compresi quelli di Merate e Trieste. La costruzione dello strumento durò due anni, e nel luglio del 1933 il telescopio arrivò a Bologna chiuso in nove casse dal peso complessivo di sessanta quintali. Si possedeva lo strumento, ma per metterlo in funzione era necessario trovare un luogo dove costruire la nuova stazione osservativa. Il Direttore dell'Osservatorio, Guido Horn d'Arturo, pensava di averlo trovato sulla sommità di Monte Stanco, nel comune di Grizzana, a sette chilometri dal paese e dalla stazione, vicino alla ferrovia che collegava Bologna con Firenze. Diverse difficoltà portarono ad abbandonare il progetto e la scelta cadde su di un terreno di proprietà dell'Università a Monte Orzale nel comune di Loiano. La cupola fu invece progettata dall'ingegnere Gustavo Rizzoli che riprese un progetto simile redatto dal celebre architetto bolognese Edoardo Collamarini per una stazione astronomica da erigersi a Monte Donato. Progetto mai realizzato. Il 15 novembre 1936 fu inaugurata la stazione osservativa e il 21 dicembre dello stesso anno fu effettuata la prima fotografia con il nuovo telescopio. Il telescopio, costruito seguendo le più moderne tecniche dell'epoca, era dedicato essenzialmente alla fotografia, come la gran parte dei telescopi operanti in quel periodo. Durante la seconda guerra mondiale l'osservatorio subì molti danni durante il passaggio della Linea Gotica. Scriveva Horn "della montatura resta la nuda carcassa, spogliata di tutti gli accessori [...] e non si potrà mai abbastanza deplorare che tra gli oggetti mancanti si conti l'intero apparato regolatore del movimento". Lo specchio fu salvato perché si provvide in tempo a metterlo al sicuro nei rifugi dell'Università. Dopo il conflitto, a tempo di primato, l'Osservatorio fu messo in grado di funzionare e la notte fra il 7 e l'8 novembre 1945 si ottenne la prima fotografia. Mancava la luce elettrica e per il movimento del telescopio fu adattato un motore a peso che doveva essere ricaricato a mano. Negli anni sessanta, col progredire della tecnologia, furono portate sostanziali modifiche allo strumento, che lo trasformarono in un telescopio dedicato interamente alla fotometria fotoelettrica. Negli anni Ottanta, il glorioso specchio ZEISS fu messo in pensione e sostituito con uno specchio forato, per consentire l'utilizzo del fuoco Cassegrain al quale montare fotometri adatti anche alla rilevazione di controparti ottiche di sorgenti gamma. L'utilizzo scientifico limitato permette attualmente l'uso dello strumento per attività di didattica e di divulgazione. Ma il telescopio mantiene intatti gli aspetti tecnici e edilizi dell'epoca in cui fu costruito. Il rivestimento di legno della cupola, il rumore degli ingranaggi del movimento, i bilanciamenti dello strumento, le scale utilizzate per l'osservazione colpiscono le persone che si rendono consapevole di essere alla presenza oltre che di uno strumento scientifico anche di una testimonianza del nostro patrimonio industriale. Grazie ad una collaborazione - avviata ormai da molti anni - tra lo stesso Osservatorio, il Comune di Loiano e la Provincia di Bologna il telescopio è aperto per visite serali da Aprile a Settembre. Con l'aiuto degli astronomi il visitatore è guidato all'osservazione, secondo i mesi e lo stato del cielo, della Luna nelle sue diverse fasi, dei grandi pianeti del Sistema solare, degli ammassi globulari che contengono le stelle più vecchie della nostra Galassia e delle affascinanti nebulose. Passando da un oggetto ad un altro gli astronomi raccontano la vita nel cielo; il moto delle stelle e dei pianeti; le costellazioni, lo zodiaco (storia, leggende, credenze); la Via Lattea, i buchi neri, l'espansione dell'Universo e rispondono anche alle domande e alle curiosità dei visitatori. Una moderna soluzione informatica e multimediale ha permesso inoltre di realizzare una parte informativa sulla moderna astronomia messa a disposizione dei visitatori. Per approfondire: www.bo.astro.it/universo/tele70

Il telescopio da 152 cm
Dedicato a G.D. Cassini creatore della meridiana di S. Petronio fu inaugurato nel settembre del 1976. Fu costruito per assicurare a Loiano un'attività osservativa adeguata allo sviluppo delle tecnologie e alle problematiche moderne. Strumento potente e versatile, il telescopio è utilizzato a tempo pieno da ricercatori italiani e stranieri. La struttura dello strumento è molto diversa da quella del classico vecchio telescopio: manca il tubo e le parti ottiche sono sostenute da un traliccio metallico. Il sistema ottico è costituito da uno specchio principale di 152 cm di diametro, dotato di un foro centrale, e da un secondo specchio, detto secondario, di circa 60 cm di diametro. Lo specchio secondario, posto di fronte allo specchio principale a circa 4 metri di distanza, riflette la luce facendola convergere sugli gli strumenti. Una montatura simile si chiama Ritchey - Chretien dai nomi degli ideatori. L'edificio che ospita il telescopio, progettato dall'ufficio tecnico dell'Università di Bologna, ha tre piani. Il piano terra è destinato alle operazioni di carico e scarico; al primo piano si trova la stanza di controllo dello strumento e il centro di calcolo; il secondo piano, che ospita il telescopio, ha il pavimento mobile per facilitare le osservazioni. Il telescopio poggia su due pilastri di cemento che non hanno nessun punto di contatto con il resto dell'edificio per evitare che le vibrazioni prodotte dal movimento della cupola possano trasferirsi allo strumento. Gli strumenti maggiormente utilizzati sono una camera per immagine diretta e uno spettrometro riduttore di focale. Il lavoro di ricerca, incompatibile con la presenza dei visitatori, rende possibile le visite notturne al pubblico solo in periodi ristretti e non programmabili con largo anticipo, mentre sono sempre possibili visite diurne allo strumento e all'apparecchiatura, che permettono di conoscere i progressi delle tecniche osservative nella seconda metà del secolo scorso. Per approfondire: www.bo.astro.it/universo/tele30