Filopanti e i fusi orari

Con l'inaugurazione della prima linea ferroviaria che trasportava passeggeri, avvenuta in Inghilterra nel 1830, iniziava il secolo del treno.
Per tutto l'ottocento, il treno rappresenterà il principale emblema del progresso con il suo connubio tra carbone e ferro, annunciando una nuova era basata sulla velocità.
I trasporti marittimi e ferroviari, fabbriche, uffici, magazzini e banche, scuole ed eserciti sentivano la necessità di avere un tempo uniforme non solo per un'intera nazione, ma per tutto il globo, perché la differenza dei tempi locali, differenti anche in paesi distanti pochi chilometri, creava una grande confusione.
Inventore di un tempo unico universale e di un'ora ufficiale valida per l'intero globo fu Quirico Filopanti che nel 1858, nel libro Miranda!, propose di usare un meridiano zero come riferimento e di dividere la Terra in ventiquattro fusi orari.
Per il primo fuso il giorno locale comincerà quando suonano le sei del mattino... Per tutto il secondo fuso procedendo verso Occidente, il giorno civile comincerà un'ora dopo, e cosi via.
Il mondo fu lento a capire il valore della sua proposta, nonostante l'evidente praticità. L'International Meridian Conference del 1884 fece conoscere lo Standard time, i fusi americani, a tutto il mondo: erano nati il 18 novembre 1883 per regolare gli orologi di quasi 600 linee ferroviarie del nuovo continente.
L'ora americana si diffuse rapidamente alle altre nazioni, ma solo pochi studiosi ricordarono chi l'aveva proposta per primo; come pure in Italia, dove il sistema dei fusi orari fu adottato il 10 agosto 1893.