<< 1968 accadde
In Italia
22 luglio. Don Camillo e Peppone orfani
Giovanni Guareschi (1908 - 1968)
Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi nacque in una famiglia di classe media, padre commerciante madre maestra elementare. Il padre però fallì nel 1925 e Giovannino fu costretto ad
interrompere gli studi. Svolse una serie di lavori precari ed infine divenne redattore del
Corriere Emiliano (1929) e della rivista
il Bertoldo (1936 1943). Arruolato nell'esercito nel 1943 dopo l'armistizio fu arrestato e inviato nei campi di prigionia in Polonia ed in Germania dove trascorse due anni. Rientrato in Italia fondò il settimanale
Candido, rivista indipendente con simpatie
monarchiche. Dopo il referendum del 2 giugno 1946 iniziò a manifestare simpatie democristiane. Fu spietato sbeffeggiatore dei militanti comunisti che appellò e raffigurò come trinariciuti (la terza narice serviva per versare il cervello all'ammasso del partito che avrebbe "pensato" per loro).
Nelle elezioni del 1948 fu attivo osteggiatore del Fronte democratico popolare (che comprendeva PCI e PSI). Molti slogan elettorali fra cui il celebre "Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede Stalin no" furono frutto della sua creatività.
Nel 1950 fu condannato a otto mesi di carcere, con la condizionale, per diffamazione dell'allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Guareschi lo aveva bonariamente preso in giro perchè
sulle etichette dei vini di sua produzione aveva fatto mettere in evidenza la sua carica pubblica di "senatore".
Nel 1954 incorse nuovamente in un processo per diffamazione per aver pubblicato su il
Candido due lettere di Alcide de Gasperi (del 1944) in una delle quali l'autore avrebbe chiesto agli Alleati di bombardare la periferia di Roma per demoralizzare i collaboratori dei tedeschi. In questa occasione scontò 409 giorni nel carcere di Parma e 6 mesi di libertà vigilata (per buona condotta).
Giovanni Guareschi è lo scrittore italiano più letto nel mondo, i suoi romanzi sono tradotti in molte lingue. Particolare notorietà hanno avuto quelli legati alla "saga padana" di Don Camillo e Peppone avversari dichiarati e senza scrupoli in campo politico, ma legati da affetto e umanità così come
può accadere soltanto in un piccolo paese della bassa lambito dal Grande Fiume.