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In Italia
21 agosto. Muore Togliatti


Il feretro portato a spalla da Giancarlo Paietta, Pietro Ingrao e Giorgio Amendola
Palmiro Togliatti (1893 - 1964)
Palmiro Togliatti nacque  a Genova. Nel 1919 fondò il periodico "Ordine Nuovo" insieme a Gramsci e partecipò al movimento dei consigli di fabbrica. Al congresso di Livorno del 1921 partecipò alla nascita del Partito Comunista d'Italia. Nel 1926 per sfuggire alle persecuzioni del regime fascista fuggì a Mosca. Rimase in esilio per diciotto anni, trascorsi soprattutto a Mosca in qualità di rappresentante del PCI nella Terza internazionale della quale divenne segretario nel 1937. Ritornò in Italia nel dopoguerra, partecipò alla stesura della nostra Costituzione e rivendicò la "via Italiana al socialismo" fedele ai valori dell'antifascismo e della lotta democratica. A Napoli pronuncia davanti ai quadri del nuovo Partito Comunista un discorso nel quale fa cadere la pregiudiziale anti-monarchica. Il discorso, che passerà alla storia come la svolta di Salerno, cementò l'unità antifascista, decisiva per la scelta repubblicana e la Costituzione.

Partecipò ai governi Bonomi, Parri e De Gasperi, ricoprendo la carica di Ministro di Grazia e Giustizia. Come Ministro concesse l'amnistia ai fascisti, promosse un nuovo concordato con il Vaticano.  Il sì all'articolo 7 pose le basi per superare una contrapposizione ideologica fortissima in un Paese segnato dalla questione cattolica, mentre l'amnistia ai repubblichini contribuì  a voltare pagina e andare oltre.  Come segretario del PCI modellò un sindacato "cinghia di trasmissione del partito",  e formò un partito di massa, radicato in una società che si sforzava di interpretare e di rappresentare. Alleato con Nenni nel Fronte popolare, fu sconfitto alle elezioni del 1948 ed estromesso dal governo. Sempre nel 1948 fu ferito in un attentato.

Renato Guttuso, I funerali di Togliatti, 1972, Bologna, Galleria d'Arte Moderna
Fedele all'Italia e all'Urss, nel 1956  fu vivace fautore della "destalinizzazione" e lanciò la linea della "via italiana al socialismo". Paolo Mieli, direttore del Corriere della Sera,  ha scritto: "Quando si parla di Palmiro Togliatti si ricorre sempre ad una parola doppiezza , perché è vero che fu un uomo doppio. Fu ad un tempo un grande personaggio, una grande personalità dell'epoca staliniana , dell'epoca più atroce , più terribile della lunga stagione del Comunismo mondiale , ma fu anche un grande traghettatore in Italia , dei Comunisti italiani dal sogno rivoluzionario alla prassi democratica dell'Italia repubblicana".
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