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In Italia

27 aprile. Oscar in edicola

Oscar Mondadori
Nel 2005 Marco Neirotti scriveva su La Stampa: «Quei volumetti tascabili portavano la grande letteratura nelle case di tutti, a sole 350 lire - il costo di un ingresso al cinema - quando un insegnante ne guadagnava poco più di centomila. Sono passati quaranta anni e in catalogo ci sono 4 mila titoli. Dalla grande narrativa gli Oscar si sono allargati alla saggistica: le sottocollane sono diciotto, dai classici ai gialli e alla fantascienza, dai testi per ragazzi ai dizionari. [...] È un periodo di spinta quello in cui nascono gli Oscar. Per circa vent'anni rimangono una collana con le sue caratteristiche, il suo ruolo. Poi qualcosa deve cambiare: «Dal concetto di accesso alla letteratura, al libro, si è passati a qualcosa di più sofisticato, alla lettura abituale, orientata, con la proposta di più libri in una scelta garantita, non effimera, con un catalogo vivo». Senza abbandonare la ripubblicazione di testi importanti si arriva alle novità assolute direttamente in Oscar.

I «libri transistor», come li aveva chiamati una pubblicità che pare pensata da Vittorio Sereni, hanno fatto quello che la televisione, unificatrice del linguaggio, non poteva fare: portare la lettura nelle case. E l'hanno fatto a vasto raggio. Per esempio con un accordo tra Mondadori e Giulio Einaudi: «Tu mi dai il permesso di ripubblicare titoli tuoi e io mi impegno a non portarti via gli autori». Funzionò a lungo. [...] Oggi, dopo quattromila titoli (ne escono 320 all'anno), la casa editrice festeggia con un volume che raccoglie - autore per autore, libro per libro - l'intero catalogo. Si trova in libreria insieme con i taccuini d'autore, in omaggio, con le copertine dedicate a Dante Alighieri e Jorge G. Castañeda (Compañero. Vita e morte di Ernesto Che Guevara). E poiché fu Addio alle armi il primo volumetto da tasca, il catalogo si apre con un omaggio a Hemingway, l'«elogio del pescatore solitario» scritto nel 1961 da Gabriel García Márquez, inedito in Italia: «Questa volta sembra che sia vero: Ernest Hemingway è morto».