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Astronomia
Uno sguardo verso l'ignoto: altre terre, altri mondi abitati.

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Philp Morrison
Nel 1959 G. Cocconi e P. Morrison pubblicano su Nature un articolo dal titolo "Searching for Interstellar Communication". Anche senza una traduzione diretta si comprende che l'articolo tratta del modo migliore per ricevere e quindi comprendere, eventuali comunicazioni interstellari.

E' il periodo d'oro della ricerca radio astronomica. Come utilizzare i nuovi radiotelescopi per cercare e quindi ricevere un eventuale segnale di una lontana ma evoluta civiltà extraterrestre ?
Cocconi e Morrison propongono di mettersi in ascolto nella frequenza radio a 1420 Mhz corrispondente ad una lunghezza d'onda pari a 21 cm. Perchè questa lunghezza d'onda?
L'emissione alla riga 21 cm è tipica della transizione dell'idrogeno neutro (HI) nello spazio interstellare. Si tratta di una transizione tra due livelli nella struttura iperfine dello stato fondamentale dell'atomo di idrogeno.

Già nel 1951 negli osservatori di Harvard, Leida e Sidney erano state fatte le prime mappe radio, utilizzando questa riga, dell'idrogeno interstellare permettendo una ricostruzione della disposizione e della dinamica della struttura a spirale della Via Lattea.
Dal momento che si tratta di un effetto individuabile solo conoscendo in modo approfondito la struttura atomica dell'atomo di Idrogeno, è più che ragionevole ipotizzare, come fecero Cocconi e Morrison, che una civiltà extraterrestre possa scegliere proprio questa lunghezza di onda per lanciare un messaggio nelle profondità dello spazio. Almeno avrebbe avuto la certezza che chi era in ascolto alla 21 cm avrebbe dovuto avere le necessarie conoscenze non solo per ricevere ma anche per decriptare il segnale spedito.

Il radiotelescopio di Green Bank
Nei decenni seguenti la proposta di Cocconi e Morrison, che ha segnato l'inizio della ricerca delle civiltà extraterrestri, è stata rivista e riproposta sotto diverse forme, utilizzando più la matematica che la fisica, rimanendo pur sempre il termine di riferimento per ogni discussione sull'argomento. 

Il 1959 non fu però solo l'anno di questo importante articolo, ma anche quello dell'inizio del progetto Ozma la prima ricerca di segnali intelligenti dallo spazio, da parte di F. Drake. Egli fece osservazioni radio con il radiotelescopio di Green Bank indirizzandolo su alcune delle stelle più vicini osservabili in un raggio di 15 parsec (1pc = 3,26 anni luce). Fu il primo tentativo di F. Drake che poi sfociò nel progetto SETI che, pur non producendo alcun risultato positivo mantenne viva la ricerca di segnali intelligenti extraterrestri per oltre 3 decenni. Oggi i progetti radio astronomici dedicati a SETI si sono trasformanti in progetti di ricezione "passiva" di messaggi extraterrestri SERENDIP. Nei progetti di tipo SERENDIP. il radiotelescopio, rimane dedicato a tempo pieno alla ricerca astronomica, utilizza dei ricevitori a multicanali per l'acquisizione di dati nelle zone di cielo vicine all'oggetto osservato. Questo nuovo tipo di filosofia di osservazione serve a mantenere viva la ricerca di segnali radio prendendo atto che ha poco senso una ricerca completamente dedicata.

La ripresa di un approccio dedicato  potrebbe giungere dal fatto che, a tutto il maggio 2007, sono stati osservati oltre 200 pianeti orbitanti attorno a stelle vicine. Se la maggior parte di questi pianeti è poco adatta non solo alla vita intelligente ma persino a quella primordiale in quanto somigliano quasi tutti ai nostri pianeti giganti, c'è la speranza fondata che nei prossimi anni si trovino pianeti nella fascia di abitabilità delle rispettive stelle. In questo caso la ricerca mirata di segnali intelligenti potrebbe riprendere con nuovo vigore.
Va ricordato sempre in riferimento al 1959, la proposta, fatta dal fisico F. Dyson,  della famosa "sfera di Dyson". Egli suggerì che un'eventuale civiltà extraterrestre, volendo utilizzare al meglio le limitate risorse del suo sistema planetario, costruirebbe una sfera cava attorno alla stella madre in modo da utilizzare al meglio la energia fornita dalla stella.
Questa sfera cava renderebbe invisibile la stella ma reirragiando l'energia assorbita come energia termica dovrebbe tornare ad essere visibile nell'infrarosso. Non ci sono però sino ad oggi prove di stelle che emettono nell'infrarosso che mostrano questo tipico effetto previsto da Dyson.
INAF - Osservatorio Astronomico di Bologna
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