![]() |
Museo della SpecolaMERIDIANA DI E. LELLI |
Il primo esemplare di meridiana filare, di cui si ha
una completa descrizione, venne realizzato nel 1713,
nell'Osservatorio della Torre del Luxembourg a Parigi, da
Joseph-Nicolas. Tuttavia, nell'inventario del 1703 degli strumenti
presenti nell'Osservatorio Marsiliano, troviamo scritto, di
pugno di Manfredi, Meridianae filares quattuor pro nunc, il
che lascia supporre che questo tipo di utilizzo della più
comune linea meridiana fosse già diffuso precedentemente
allo scritto di Delisle.
Si trattava di un vero strumento astronomico,
diversamente dalla meridiana a tempo solare vero e medio, il
cui scopo era, sovente, puramente ornamentale.
Gli strumenti murali, infatti, anche se potevano
assicurare una elevata precisione nella determinazione degli
istanti di transito al meridiano degli oggetti celesti, non
sempre erano atti a garantire la planarità del lembo
graduato. Risultava quindi preferibile, almeno per il Sole,
determinare l'istante del suo passaggio in meridiano con uno
strumento diverso, il cui organo principale era costituito
da un semplice filo teso tra due appoggi; organo che non
poteva, per la sua stessa natura, deviare da una linea
retta. Una volta orientato il filo perfettamente in
meridiano, il tempo di passaggio del Sole non risentiva più
della diversa altezza sull'orizzonte che esso presenta nelle
varie stagioni dell'anno. L'istante del transito risultava
altresì determinabile con la precisione di circa mezzo
secondo di tempo: una precisione sufficiente, se paragonata
alla regolarità di marcia degli orologi dell'epoca.
Le differenze tra i tempi di transito del Sole misurati
con la meridiana e quelli misurati con i cannocchiali degli
strumenti murali permetteva, quindi, di tarare la non
planarità del lembo di questi e di correggere i tempi di
passaggio determinati per gli altri astri.
Così si procedette fino all'introduzione degli strumenti dei passaggi, ma ancora per tutto il Settecento la meridiana filare restò lo strumento tipo per la determinazione del mezzogiorno, sia per la sua semplicità che per la sua stabilità.
Fu, quindi, una esigenza imprescindibile per
Manfredi la progettazione,
all'interno della Specola, di una stanza che consentisse
l'osservazione del transito meridiano degli oggetti celesti
e che permettesse la realizzazione di una meridiana filare
di sufficiente precisione.
Parimenti fu fatto e accomodato un portello con suo
ferro per maneggiarlo ad uso di coprire o scoprire il foro
che da' il Sole alla Meridiana nella detta camera del
semicircolo, e furono segnate ne' due ferri posti a' due
capi della detta meridiana due tacche per le quali si stende
nel piano del meridiano il filo, a cui si nota l'arrivo e
l'esito della specie solare, ....