Museo della Specola

SALA DELLA TORRETTA


Venne denominata torretta la parte pù alta della torre della Specola. Questa parte della costruzione è ruotata rispetto al resto dell'edificio, in modo da presentare le facce orientate verso i quattro punti cardinali. I parapetti del terrazzo inferiore e di quello superiore, costruiti alti e massicci per fornire agli osservatori un riparo dal vento, erano muniti di apposite ferramenta, che permettevano di fissare ad essi le aste verticali di sostegno utilizzate per il maneggio dei cannocchiali lunghi. Altri strumenti potevano essere impiegati dall'interno della sala aprendo in luoghi opportuni le otto grandi vetrate delle finestre. Una apertura circolare di quattro piedi (1,5 m) di diametro al centro della volta permetteva di osservare lo zenith. Negli alti ripostigli, chiusi da sportelli ricavati in tre degli spigoli, venivano alloggiati i tubi dei cannocchiali e gli altri loro accessori.

La sala non ha subito manomissioni di rilievo dalla data del suo completamento, nel 1725. Oggi vi si possono ammirare i tubi da telescopio della prima metà del '700, tra cui quello originario per l'obbiettivo da 22 piedi (8 m) di lunghezza focale del Campani e quelli appartenenti alla macchina realizzata da Ercole Lelli per i numerosi obbiettivi a lunga focale del Campani, alcuni dei quali sono esposti nelle vetrine. Vi trovano posto, inoltre, pregiati telescopi della fine del '700, alcuni dei quali realizzati dall'inglese Dollond, sia a lenti che a specchio, una macchinetta equatoriale dell'Adams, un quadrante mobile del Mégné e un telescopio dei primi dell' '800 del modenese Amici. In una stanza ovale ricavata in uno dei terrazzi triangolari della torre ha ritrovato la sua collocazione originaria il grande circolo meridiano di Ertel della metà dell' '800.

Nelle vetrine sono esposti alcuni strumenti tipicamente usati dagli astronomi bolognesi per le osservazioni celesti, terrestri e meteorologiche, oltre che di utilizzo geometrico e matematico. In particolare vanno segnalati un astrolabio arabo del XIII secolo e uno della scuola di Gemma Frisio del XVI secolo, un piccolo telescopio di tipo gregoriano - uno dei primi esemplari esistenti in Italia - , alcuni piccoli orologi solari e un piccolo globo di Venere.

All'interno della scala a chiocciola che porta alla torretta si può osservare il percorso dell'esperienza che Giovan Battista Guglielmini effettuò nel 1790 per misurare la deviazione dalla verticale dei corpi in caduta libera, fornendo così una delle prime verifiche dirette della rotazione terrestre.

Si può inoltre ricordare che dalla sommità della torre, nella metà del '700, furono effettuati i primi esperimenti in Europa sulla natura elettrica del fulmine dall'astronomo abate Petronio Matteucci e dal medico Giuseppe Veratti.


Fabrizio Bonoli & Pierluigi Battistini
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