Museo della Specola

EUSTACHIO MANFREDI E LA FONDAZIONE DELLA SPECOLA


Quando il Cassini si trasferì a Parigi, il Senato bolognese gli mantenne formalmente la cattedra, sperando in un suo ritorno, mentre l'insegnamento fu affidato a Geminiano Montanari, ottimo osservatore e dichiaratamente galileiano, che tuttavia rimase a Bologna solo pochi anni. Allorchè il conte Luigi Ferdinando Marsili - sulla scia dell'interesse sorto nel sei-settecento tra la nascente borghesia per una ricognizione sistematica della natura e intrecciato, nei lavori delle grandi accademie, alla ricerca di nuove tecnologie - cominciò ad organizzare l'attività di studio che doveva svolgersi intorno alla progettata nuova Accademia, si rivolse al giovane Eustachio Manfredi per la costruzione della Specola e per l'organizzazione delle ricerche astronomiche.

Dedicatosi giovanissimo allo studio delle scienze, il Manfredi si interessò presto all'astronomia e dal 1697 iniziò, assieme a Vittorio Francesco Stancari, a fare osservazioni con la grande meridiana di San Petronio. Nello stesso periodo, con Stancari ed altri compagni di studi, tra cui il medico Giovan Battista Morgagni, fondò l'Accademia degli Inquieti, che avrebbe costituito, in seguito, il primo nucleo dell'Accademia delle Scienze.

Dal 1701 il Manfredi si dedicò al compito affidatogli dal Marsili e tre anni più tardi potè cominciare le prime osservazioni dalla Specola marsiliana (eretta sul palazzo avito del conte nell'attuale via D'Azeglio). Il suo lavoro fu tuttavia interrotto bruscamente nel 1709, quando la Specola marsiliana fu chiusa per una lite tra Marsili ed i suoi familiari sui termini della donazione delle proprie collezioni di storia naturale alla città.

Con la fondazione dell'Istituto dell'Accademia delle Scienze venne progettata la torre sovra cui dovevasi stabilire la Specula... con quella magnificenza che alla espettazione e alla spesa corrispondevano. I lavori, iniziati nel 1712, furono completati solo nel 1726, anno in cui il Manfredi potè riprendere le osservazioni. Nella sua opera sono facilmente riconoscibili le maggiori problematiche astronomiche dell'epoca: osservazioni sul moto del Sole e dei pianeti per la verifica della fisica newtoniana, compilazione di esatti cataloghi stellari, determinazione astronomica della longitudine geografica per verificare la forma della Terra e soprattutto determinazione delle parallassi delle stelle fisse per la prova principe della validità del sistema copernicano: il moto della Terra intorno al Sole. Fra i più cospicui lavori del Manfredi vanno ricordate le Effemeridi Bolognesi e gli studi sui moti apparenti delle stelle, che furono la prima conferma della teoria dell'aberrazione della luce di Bradley. Corrispondente dei maggiori scienziati europei dell'epoca, fu anche Matematico ufficiale e soprintendente alle acque del territorio bolognese, oltre che poeta e letterato.


Fabrizio Bonoli & Pierluigi Battistini
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