Misura della luminosità e della distanza delle stelle
Nell' antichità  (in pratica dopo il II secolo a.C., con Ipparco)
gli oggetti celesti visibili ad occhio nudo erano 
 classificati,
per il loro splendore, in 6 classi di grandezza o
magnitudine.
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Nella prima classe venivano posti gli oggetti 
più brillanti del cielo
( Sirio, Vega,...); nella sesta le stelle appena visibili.
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Le altre classi erano regolate dal criterio della 
costanza della differenza di splendore: 
sulla base di questo criterio, ad esempio, una 
stella di 3.a grandezza è più  
luminosa di una stella di 4.a grandezza quanto quest' ultima lo è di una
stella di 5.a grandezza, e così via.
 
La formula di Pogson
Questo criterio è ancora valido ed è stato esteso agli oggetti
più deboli, visibili solo al telescopio, e meglio precisato tramite la 
formula di Pogson che fornisce una relazione tra la differenza di
grandezza (o, come di dice abitualmente, di magnitudine) e il
rapporto tra le luminosità di due stelle:
essendo m1,m2 le magnitudini delle stelle e
I1,I2 le rispettive
luminosità.
Dalla 
 carta delle magnitudini apparenti stellari si 
può avere una idea di come sono "viste" le stelle.