Il disco d'oro del Voyager


Missioni spaziali Voyager

Alla fine degli anni sessanta si studiò un'altra grande spedizione interplanetaria, chiamata Outer Planet Grand Tour per compiere una impresa che sfruttava un raro allineamento (solo ogni 200 anni) di tutti i pianeti esterni, da Giove a Plutone. La spedizione prevedeva l'invio di quattro sonde in partenza nel 1977; due verso Giove, Saturno, e Plutone e le altre due verso Giove, Urano e Nettuno.

Dal momento che nella parte esterna del Sistema Solare le radiazioni non sono in grado di alimentare le batterie solari ecco che le sonde Voyager furono dotate di alimentatori che traevano energia dal decadimento radioattivo del plutonio. Data l'enorme distanza le sonde dovevano essere attrezzate per poter operare in modo autonomo e i ricevitori sulla terra (Deep Space Network) dovevano essere resi molto più sensibili in modo da potere ricevere ed interpretare il debole "bisbiglio" dei segnali inviati dalle sonde. Per potere raggiungere le così grandi distanze dei pianeti esterni, fu utilizzato il più potente vettore allora a disposizione: il razzo Titan-Centauro.

I passaggi da un pianeta all'altro sarebbero stati possibili utilizzando la forza di gravità (fionda gravitazionale) dei singoli pianeti per rilanciare i veicoli spaziali verso la meta successiva. L'elevato costo costrinse la NASA ad un ridimensionamento del programma iniziale mantenendo solo due delle quattro sonde: il Voyager 1 e 2. Il lancio di Voyager 2 avvenne il 20 agosto 1977 seguito il 5 settembre da Voyager 1. Il Voyager 1 iniziò la fase di esplorazione di Giove il 4 gennaio 1979 e circa due mesi più tardi raggiunse i confini della magnetosfera gioviana.

Il 3 marzo la sonda incrociò l'orbita di Callisto compiendo, il 5 marzo, il fly-by di Giove "sfiorando" il tetto della copertura nuvolosa da una altezza di 270000 km. L'avvicinamento continuò fino alla distanza di 22000 km dal pianeta. Prima che i dati di Voyager 1 fossero completamente elaborati iniziò il lavoro di osservazione di Voyager 2. La sonda transitò a 126000 km da Callisto. Mentre il veicolo si stava avvicinando a Giove si ebbero delle disfunzioni nella camera televisiva che vennero superate nel luglio del 1979 quando la sonda riprese a trasmettere, da non meno di 1 milione di km, immagini del satellite Io. Seguirono poi gli incontri ravvicinati con Ganimede a 62000 km e con Europa a 206000 km.

Il bilancio dell'eccezionale transito delle due sonde nei pressi di Giove era ragguardevole e includeva la scoperta di un sottile anello di polvere e di tre nuovi satelliti. Entrambe le sonde continuarono il viaggio dirigendosi poi verso il più affascinante pianeta del Sistema Solare, Saturno. Voyager 1 lo raggiunse nel novembre del 1980 concludendo la sua storia di esplorazione. Voyager 2 arrivò a destinazione nell'agosto del 1981 per poi proseguire verso Urano e Nettuno. Nel gennaio del 1986 la sonda sfiorò Urano e giunse nei pressi di Nettuno nell'agosto del 1989.