Plutone e il suo satellite naturale Caronte fotografati dal Telescopio Spaziale Hubble.
Cortesia NASA/STScI.

Cenni storici

Alla fine dell'ottocento P. Lowell pose mano al problema delle residue perturbazioni dell'orbita di Nettuno e nel 1915 dedusse la presenza di un pianeta di massa uguale a 6.5 masse terrestri ad una distanza di 42 U.A. nella costellazione dei gemelli.

Contemporaneamente allo studio dell'orbita di Nettuno furono esaminate migliaia di fotografie del cielo prese nei pressi del piano dell'eclittica al fine di determinare in modo diretto la presenza di un nuovo pianeta. Lowell morì nel 1916 e solo nel 1929 fu ripresa la ricerca del pianeta non ancora noto. Tombaugh nel 1930, nel momento in cui la costellazione dei Gemelli era in opposizione al Sole, trovò il nuovo pianeta assai vicino alla posizione definita da Lowell a cui diede il nome di Plutone.

Dal momento però che la massa del pianeta erano troppo piccola rispetto a quella previste rimase per molto tempo il dubbio che si trattasse veramente del pianeta di Lowell. Il programma di ricerca continuò così fino al 1943 e fu esteso ad una vastissima zona di cielo ma nessun altro astro (anche se pur più piccolo di Plutone) fu scoperto.

Nel frattempo l'accumularsi dei dati sulle posizioni di Urano e Nettuno permise di ridurre il numero delle perturbazioni di cui rendere conto, per cui il valore della massa di Plutone si ridusse quindi a meno della massa della Terra. La scoperta poi di un satellite di Plutone permise una più corretta valutazione della massa riducendone ulteriormente il valore a 0.0026 MT (masse terrestri).

Il fatto curioso è che la massa così ricavata non avrebbe potuto in alcun modo influenzare le orbite di Urano e Nettuno per cui risultò incomprensibile come mai Plutone fosse stato trovato nel punto previsto da Lowell.