La tavola precedente mostra come stelle di prima grandezza, che ci appaiono quindi di luminosità apparente simile, si collochino a distanze molto diverse. Ne viene che esse devono avere una luminosità propria, intrinseca, assai diversa. In termini qualitativi, il fatto che Betelgeuse appaia dalla terra brillante come Arturo, pur essendo cinquanta volte più distante, è segno del fatto che essa è notevolmente più luminosa. L'espressione che permette di valutare quantitativamente questo effetto è ben nota: la luminosità apparente di una sorgente decresce come il quadrato della sua distanza. Esprimendosi in formule, se l è la luminosità apparente di una sorgente a distanza D, la sua luminosità reale, intrinseca L sarà data da:
L = 4 D2 l
Pertanto, una volta determinata la distanza D di una stella e la sua luminosità come osservabile dalla Terra l, si può ottenere la sua luminosità assoluta.