Pochi anni prima della scoperta di Hubble, Einstein realizzò un modello matematico di universo basandosi sulla teoria della relatività generale da lui stesso formulata nel 1915. Questo modello prevedeva un universo instabile e propenso ad espandersi. Dal momento che questo contrastava con l'opinione corrente di un universo statico, Einstein modificò ad hoc le equazioni in modo che l'universo risultasse effettivamente stazionario. Il fisico tedesco perse dunque l'occasione di prevedere, in base ai soli calcoli e senza alcun supporto osservativo, l'espansione dell'universo. Gli Egiziani rifiutarono il tempo uniforme pur misurandolo con gli orologi ad acqua, ed i Greci non colsero l'occasione di anticipare il concetto di evoluzione pur osservando i fossili marini sulle pendici dei monti. Così Einstein - che pure aveva rivoluzionato gli abituali concetti di spazio e di tempo - rimase vittima del pregiudizio di un universo statico ed immutabile, nonostante che tale pregiudizio fosse già stato abbandonato da geologi e biologi. Molti episodi simili sono accaduti nel corso della storia della scienza, e molti ancora, presumibilmente, ne accadranno.