Leggere il Cielo

Breve e parziale storia del tempo.

Da una cosmogonia atemporale all'universo in espansione

Annibale D'Ercole

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Dal nucleo dell'atomo all'abisso del tempo
L'evoluzione cosmica e l'inizio del tempo
Epilogo
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Prologo

"L'intuizione e la rappresentazione della modalità secondo la quale i singoli eventi si susseguono ...; intuizione peraltro condizionata da fattori ambientali ... e psicologici ... e diversificata storicamente da cultura a cultura", cosÌ è definito il tempo nel dizionario Treccani; ma anche "Successione di istanti ... capace di essere suddivisa, misurata e distinta ...; è in genere in questa accezione ... che viene considerato il tempo in fisica". Due "tempi" sembrano dunque sussistere, quello della fisica (detto anche obiettivo, o reale) e quello della psicologia (detto anche soggettivo, o fenomenico). Si presuppone in genere che soltanto il tempo della fisica sia reale, e che il tempo soggettivo sia una "brutta copia" di quello oggettivo: come la percezione del calore è relativa e la temperatura "vera" è data dal termometro, così gli intervalli temporali "veri" sono quelli misurati dall'orologio. In realtà nessuno sa cosa sia il tempo. Alcuni lo ritengono un fatto di natura, con il soggetto immobile spettatore di un divenire esterno reale; altri considerano il tempo un fatto dello spirito, tramite il quale il soggetto esplora un mondo sostanzialmente immobile. Con una certa dose di ironia, il filosofo inglese Berkeley (1685-1753) affermò che "tempo, luogo e moto, presi in particolare e nel concreto sono ciò che ognuno sa, ma dopo essere passati per le mani di un metafisico divengono troppo astratti e sottili per essere compresi da uomini di senso comune". D'altra parte neanche il tempo dei fisici è esente da contraddizioni. Si ritiene che la freccia del tempo punti nella direzione indicata dai processi irreversibili che introducono maggior disordine, come l'evaporazione del profumo che abbandona spontaneamente la boccetta che lo contiene senza farvi più ritorno. Non vi è tuttavia accordo sulle origini di tale irreversibilità né sulle cause che, in apparente contraddizione con la freccia temporale, permettono la formazione spontanea di strutture sempre più complesse - e dunque più ordinate - quali, ad esempio, gli organismi viventi.

Noi non tratteremo direttamente né del tempo dei fisici né di quello dei filosofi, ma della concezione che del tempo ebbero gli uomini nel corso dei millenni. Tale concezione, lungi dall'essere un contenitore inerte delle azioni umane, influenzò queste azioni, ed esse, di riflesso, modificarono la percezione del tempo in un continuo interscambio che portò l'uomo, nel corso della sua storia, a trasformare la sua visione della natura da un cosmo ciclico ed immutabile ad un mondo in continua evoluzione.



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