L'Universo e l'origine della vita

I pianeti e la vita

Pierluigi Battistini

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Acqua su Venere?

Le informazioni sul pianeta Venere le abbiamo soprattutto dalle molte sonde Venera inviate dai sovietici fra il 1967 e il 1983 e dalle missioni statunitensi Pioneer Venus, lanciata nel 1980 e attiva fino al 1992, e Magellan, che tra il 1990 e il 1994 ci ha fornito una mappa dettagliata della superficie del pianeta.

Attualmente la superficie di Venere è oscurata da dense nubi di acido solforico sospese in una atmosfera composta quasi totalmente da anidride carbonica. Le immagini radar di Magellano ci fanno vedere una superficie quasi completamente riplasmata dalle massicce eruzioni dei vulcani più grandi ed insoliti di tutto il Sistema solare. Sebbene la superficie venusiana sia oggi estremamente calda e secca, ci sono segni indiretti che indicano che l'acqua fu un tempo presente nell'atmosfera sotto forma di vapore e sufficientemente abbondante da poter formare oceani. Lo strumento fondamentale usato per investigare la storia passata del clima di Venere è costituito dallo studio delle abbondanze isotopiche degli elementi. Molti processi naturali privilegiano l'uno o l'altro isotopo nelle reazioni chimiche, e questo provoca variazioni nelle abbondanze isotopiche degli elementi e ci permette quindi di inferire le condizioni passate.

venere
Figura 1. Venere è ricoperta da dense nubi di acido solforico spesse molti chilometri. Sono bene in evidenza in questa immagine, ripresa nell'infrarosso dalla sonda Galileo il 10 febbraio 1990 da una distanza di 96.600 km.

Durante la missione Pioneer Venus, la navicella in orbita attorno al pianeta ha fatto misure di deuterio, un isotopo dell'idrogeno, nell'alta atmosfera di Venere. Le misure del rapporto fra la quantità di questo isotopo e la quantità di idrogeno normale hanno rivelato che, rispetto a quello che si misura nell'atmosfera terrestre, il deuterio è 150 volte più abbondante. Ciò dimostra che una grande quantità di idrogeno è andata perduta nello spazio. Il fenomeno si spiega ipotizzando, che all'aumentare graduale della luminosità del Sole primordiale, e quindi dell'energia emessa, l'idrogeno prodotto dalla dissociazione delle molecole d'acqua si sia dissipato nello spazio. L'anidride carbonica, immessa nell'atmosfera dalle eruzioni vulcaniche, ha poi intrappolato la radiazione solare per effetto serra ed ha fatto salire la temperatura superficiale del pianeta agli altissimi valori attuali (~ 450°C).

aracnoidi
Figura 2. Queste strutture, dette aracnoidi, sono caratteristiche della superficie di Venere. Sono strutture di forma grossolanamente ellittica ad anelli concentrici solcate da una complessa rete di fratture che si estendono verso l'esterno. Si sono formate a causa del raffreddamento del magma affiorato in superficie. Hanno dimensioni che vanno da 50 a 230 km.

È quindi pensabile che nei primi periodi di vita di Venere l'acqua fosse abbondante sulla sua superficie e che la vita possa avere avuto inizio anche su questo pianeta. Se ciò è avvenuto, la vita si è comunque successivamente estinta a causa delle sopravvenute condizioni ambientali proibitive di cui abbiamo parlato sopra. Probabilmente le tracce di tali eventi lasciate sulle rocce sono poi andate perdute a causa della massiccia evoluzione della crosta dovuta all'intenso vulcanismo e ai fenomeni tettonici.

Venere però non è l'unico pianeta al di fuori della Terra in cui la vita ha potuto avere un inizio. Anche Marte ha vissuto la prima fase della sua evoluzione all'interno della zona abitabile e potrebbe ospitare tuttora acqua allo stato liquido al di sotto del suolo ghiacciato.



Alla ricerca della vita marziana