L'Universo e l'origine della vita

SETI - Italia: ricerca di intelligenze extraterrestri

Stelio Montebugnoli, Cristiano Batalli Cosmovici, Alessandro Cattani,
Nicolò D'Amico, Andrea Maccaferri, Giuseppe Maccaferri, Claudio Maccone, Jader Monari, Sergio Mariotti, Alessandro Scalambra

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Premessa
Attraverso quale finestra dello spettro elettromagnetico è più vantaggioso osservare?
Fino a che distanza l'attuale tecnologia permette di indagare e che segnale si cerca?
Quante civiltà potrebbero esistere all'interno della Via Lattea?
Come si osserva e cosa si sta facendo nel nostro paese?
Sviluppi Futuri
Conclusioni
Letture e internet

Attraverso quale finestra dello spettro elettromagnetico è più vantaggioso osservare?

Nella scelta della banda dello spettro elettromagnetico attraverso cui cercare tracce di vita intelligente si deve tenere conto che, dovendo osservare con strumenti basati a terra, solo le finestre radio ed ottica sono "aperte" sull'universo. In altre parole l'atmosfera è trasparente solo alle frequenze relative a queste bande mentre alle altre (infrarossi, ultravioletti, X e Gamma) è completamente opaca, se ne deduce che la ricerca da terra può essere condotta solo attraverso queste due bande. Il programma SETI prevede l'uso della finestra radio attraverso la quale i radiotelescopi studiano il cielo a lunghezze d'onda non percepibili dall'occhio umano. Le onde radio sono anche caratterizzate dal fatto di potere attraversare regioni dello spazio che sono invece "opache" alle emissioni presenti sulle altre bande dello spettro elettromagnetico. Per questo tipo di indagine vengono impiegati i grandi radiotelescopi oggi disponibili, grazie anche all'enorme sensibilità offerta da queste complesse strumentazioni. Infatti, date le distanze, un eventuale messaggio radio trasmesso da un'ipotetica civiltà extraterrestre arriverebbe sulla nostra Terra con un livello di segnale incredibilmente basso. Una volta stabilito l'impiego della banda radio, resta da determinare a quale frequenza sintonizzare gli strumenti per provare a ricevere segnali radio extraterrestri. Come si vede nella Figura 1, la zona della banda radio meno "disturbata" dal rumore di origine cosmico è quella compresa tra 1 e 10 GHz all'interno della quale si predilige l'intervallo di frequenza compreso tra l’emissione dell'idrogeno neutro (H) e dell’ossidrile (OH) (fra 1,4 e 1,6 GHz). Questa scelta si basa sull'ipotesi secondo cui se una civiltà extraterrestre volesse deliberatamente farsi notare, potrebbe decidere di trasmettere un segnale monocromatico nelle vicinanze di queste frequenze, probabilmente molto "studiate" da radioastronomi di altri mondi, data l'importanza e l'abbondanza di tali elementi nell'universo.

banda radio
Figura 1. Parte della banda radio adatta alla ricerca per il basso rumore di fondo



Fino a che distanza l'attuale tecnologia permette di indagare e che segnale si cerca?